Utility, il grande potenziale di un settore poco considerato

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Con l’approssimarsi del 2020, il settore delle utility sembra quello in grado di offrire il migliore potenziale di lungo periodo in termini di rendimenti aggiustati per il rischio, rispetto a qualsiasi altro comparto, e nonostante l’entry point migliore sia stato l’anno scorso, persiste ancora un’opportunità di lungo termine molto attraente.

Dal 1986 al 1996, gli utili per azione dell’S&P 500 sono cresciuti del 159%, mentre quelli delle utility non sono saliti affatto. Ciò è riconducibile alla debole struttura normativa, all’inflazione elevata, all’incremento dei prezzi di gas naturale, allo sforamento dei costi sui progetti di ampia scala e alla costante battaglia tra utility impazienti di accrescere le proprie tariffe da un lato e regolatori intenti a limitare l’impatto sulle bollette dei consumatori dall’altro.

In seguito, il calo dei prezzi del gas naturale, la conversione della generazione di energia dal carbone al gas e i minori costi delle rinnovabili hanno permesso alle utility di aumentare le proprie tariffe e di conseguenza i profitti senza far impennare i prezzi per i consumatori.

Nel frattempo, i tassi di crescita degli utili delle utility, in accelerazione, sono andati convergendo con quelli dell’S&P 500, in rallentamento. Grazie ai dividend yield superiori per le utility, ora i profili total return sono simili. Ciò dà agli investitori in utility l’opportunità di perseguire rendimenti simili a quelli dell’S&P 500, senza correre lo stesso rischio secolare, economico e valutario, e con circa solo un quarto della volatilità dell’indice.

In questo quadro persistono però alcune possibili fonti di preoccupazione, come ad esempio un divieto al fracking che spingerebbe al rialzo i prezzi di gas naturale, mettendo sotto pressione i costi per i consumatori, o ancora una regolamentazione scarsa, un significativo incremento dell’inflazione o dei tassi di interesse e una riduzione dei ritorni sull’equity consentiti dalle autorità.

David Giroux, Chief Investment Officer, Equity e Multi-Asset, Head of Investment Strategy e portfolio manager, ha commentato: “La convinzione comune sulle utility – vale a dire che il successo delle società di questo settore sia direttamente legato alla direzione dei tassi di interesse e non alla crescita degli utili – è ormai obsoleta. Le dinamiche di questa industria stanno cambiando per molteplici ragioni, e gli utili stanno crescendo a un ritmo che non è mai stato così veloce. A nostro avviso, questo è l’unico comparto difensivo che non corre il rischio di disruption secolare. I solidi investimenti delle utility nelle rinnovabili stanno creando un volano che può rivelarsi vantaggioso per tutti. Le aziende riescono a mettere a segno una crescita più rapida e a migliorare le relazioni con i regolatori, mentre il pubblico e la classe politica ottengono un’energia più pulita senza essere penalizzati da un impatto negativo sulle bollette dei consumatori”.