Un nuovo primo ministro per la Russia

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Il 15 gennaio, dopo il discorso annuale del presidente Putin all’assemblea federale, l’intero governo ha presentato a sorpresa le proprie dimissioni. Nel corso della stessa giornata è stato successivamente annunciato un nuovo primo ministro. Il discorso di Putin è stato significativo per due motivi. In primo luogo, si è concentrato sulla riforma costituzionale, percepita come importante per aprire la strada ad un passaggio di consegne a seguito delle dimissioni di Putin da presidente previste per il 2024. Le riforme, che saranno probabilmente sottoposte a un voto comune, prevedono l’aumento dei poteri del Parlamento russo e del Consiglio di Stato, che non è soggetto a elezione. Il parlamento sarà responsabile della selezione del Primo ministro e dei ministri, mentre attualmente può solo approvare la scelta del presidente. Il Consiglio di Stato sarà formalmente coinvolto nella selezione delle cariche legate alla sicurezza e il suo ruolo di consiglio al presidente sarà sancito dalla costituzione. Si ipotizza che Putin possa diventare capo di questo organo nel 2024, sulla falsariga di quanto fatto dal presidente Nazerbayev in Kazakistan, che è diventato capo a vita del Consiglio di sicurezza ed è rimasto a capo del suo partito dopo essersi dimesso, conservando così un enorme potere nel Paese.

L’altro aspetto chiave del discorso è stato un sorprendente spostamento verso le questioni interne, volto principalmente ad affrontare la povertà e i significativi problemi demografici della Russia. La spesa aggiuntiva annunciata rappresenterà circa lo 0,5% del PIL – il finanziamento non è stato annunciato ma, considerato l’avanzo di bilancio pari a circa il 2,0% per il 2019, non ci aspettiamo che questo sia un problema.

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Al discorso hanno fatto rapidamente seguito dalle dimissioni del governo. La ragione ufficiale è stata l’intenzione di facilitare le riforme costituzionali, anche se, in ultima analisi, lo vediamo come un riflesso del calo del sostegno al governo dopo una serie di decisioni importanti ma impopolari come l’innalzamento dell’età pensionabile e dell’aliquota IVA. La popolarità dell’attuale primo ministro Medvedev è diminuita a causa della sua incapacità di guidare il governo in modo efficiente e delle questioni sopra menzionate, mentre il Cremlino è fortemente motivato a migliorare i livelli di gradimento prima delle prossime elezioni parlamentari, previste per settembre 2021.

Poche ore dopo abbiamo ricevuto la notizia che il capo del Servizio fiscale federale Mishustin è stato nominato Primo ministro. Questa è stata un’ulteriore sorpresa perché si tratta di un politico di alto profilo. Tuttavia, a una più attenta analisi, Mishustin sembra una scelta ideale per il ruolo. Non è un politico naturale, il suo profilo è da specialista della tecnologia, che ha trascorso due anni come presidente di un rispettato asset manager russo – UFG. È stato scelto da Putin per gestire il Servizio fiscale nel 2010. Da allora, ha avuto un notevole successo nel trasformare la struttura da un organismo burocratico corrotto in una delle agenzie di riscossione delle imposte più avanzate al mondo – ad esempio, tra il 2014 e il 2018, la riscossione dell’IVA è aumentata del 64% contro un aumento del 21% dei consumi nominali delle famiglie.

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Vediamo il signor Mishustin come un “tecnico”, che è stato nominato per migliorare l’efficienza e la crescita in Russia. Il suo curriculum suggerisce che si trova in una buona posizione per raggiungere questo obiettivo, e le sue prime affermazioni in veste di Primo ministro designato sostengono questa visione. Il primo intervento necessario, ha dichiarato, sarà “lavorare seriamente su una riforma istituzionale, su come viene gestito il governo e, naturalmente, sull’utilizzo di tecnologia di ultima generazione”. Ha anche parlato della necessità di lavorare con le imprese, interloquendo anche con loro su come rimuovere eventuali ostacoli alla loro crescita. Riteniamo che questi cambiamenti siano generalmente positivi e ci aspettiamo che l’attenzione all’efficienza e alla crescita saranno rinnovati, cosa chiaramente positiva per gli investimenti in Russia. Per il momento, vediamo un’accelerazione della crescita del PIL dall’1,3% del 2019 al 2,0% nel 2020 e oltre, anche se è chiaro che esistano margini di crescita per questi numeri. I mercati azionari e delle valute non hanno reagito in modo troppo drastico a questi annunci, e riteniamo che gli investitori siano in attesa. Tuttavia, crediamo che questo sia solamente positivo per le prospettive della Russia, che in genere si concentra su macro molto stabili e su valutazioni ingiustificatamente basse, in particolare il dividend yield pari a circa il 7%.