Ibis redibis, ovvero fare previsioni è difficile ma ci si può provare lo stesso

-

Un caso intricato di previsioni, oggi, riguarda i mercati obbligazionari. Con la compressione dei rendimenti che c’è stata, anche grazie all’intervento delle Banche Centrali, le performance molto positive degli ultimi anni sono qualcosa di irripetibile, ormai alle nostre spalle e che ci dobbiamo dimenticare? Oppure no, e ci sono ancora opportunità di rendimento simili al passato?

Sbilanciarsi e rispondere a questa domanda è diffcile, ma bisogna provarci, perché l’asset class obbligazionaria è di enorme rilevanza nella costruzione di portafogli diversificati inoltre sappiamo che occupa un posto speciale nel cuore dei risparmiatori italiani.

La buona notizia è che, pur non avendo una sfera di cristallo funzionante, disponiamo di abbondanti informazioni sui rendimenti passati e soprattutto di una metrica fondamentale che riguarda il futuro: il rendimento a scadenza (yield to maturity). Il mondo obbligazionario, del reddito fisso ( xed income), infatti, si chiama così perché l’investitore che acquista un’obbligazione e la tiene fino alla scadenza sa esattamente quale rendimento otterrà mediamente ogni anno se il debitore paga puntualmente: il rendimento a scadenza. Possono esserci oscillazioni anche forti nel breve periodo, ma se si mantiene l’investimento fino alla scadenza, il rendimento composto che si otterrà, calcolato su base annualizzata, è lo yield to maturity.

Quindi ho fatto il seguente esperimento: ho calcolato la performance total return di alcuni indici obbligazionari dal 30 settembre 2016 a fine 2019. La data iniziale è il momento in cui il rischio di deflazione si è fortemente ridotto, perché l’indice dei prezzi alla produzione è svoltato da negativo a positivo in molte aree del mondo: USA, Cina, Eurozona e Regno Unito. Tale circostanza, a mio parere, era molto favorevole agli investimenti obbligazionari a spread: obbligazioni societarie ad alto merito di credito e ad alto rendimento, obbligazioni emergenti.

Guardando al futuro possiamo aspettarci rendimenti obbligazionari in linea con gli ultimi tre anni e tre mesi se il debitore paga.

Almeno per l’obbligazionario societario ad alto rendimento USA e per l’aggregato emergente in valuta forte, non appare affatto scontato che ci siamo “mangiati in anticipo” la performance futura, cosa che invece appare più realistica per i governativi di area Euro.

Come disse il sico Niels Bohr: “è diffcile fare previsioni, specialmente riguardo al futuro”. In realtà, come mostrano le revisioni ricorrenti sul PIL di molti Paesi importanti è diffcile farle anche sul passato. Ma questa è un’altra storia… Nel frattempo, facile o difficile che sia, nessuno ci vieta di provare a fare il miglior uso possibile delle informazioni di cui disponiamo.