L’ora del rimbalzo?

-

Solo l’apertura odierna di Wall Street ci dirà se il rally registrato questa settimana può essere considerato il “rimbalzo del gatto morto” o, al contrario, se siamo agli inizi di una ripresa sostenibile. Se si osservano gli indici europei nonché il movimento del rendimento sul decennale Usa poco mosso non si può escludere che siano in atto delle prese di profitto di chiusura settimana in quanto la maggiorparte degli investitori è ancora scettica sull’opportunità di tornare sin da ora a gettarsi a braccia aperte sugli asset più rischiosi. Il dato sulle richieste di sussidi dei disoccupati americani che hanno superato i 3  milioni la scorsa settimana è il segno più evidente che l’emergenza sanitaria sta impattando severamente il mercato del lavoro Usa, che attualmente è il Paese con più contagiati al mondo e la cui situazione potrebbe rapidamente evolvere al peggio nelle prossime settimane. Per quanto possa risuonare cinico, specialmente in questa occasione, le cattive notizie tornano ad essere buone notizie per il mercato? Gli indici americani ieri sono saliti per la terza seduta consecutiva sulla vicinissima approvazione da parte del Congresso del pacchetto di aiuti fiscali da 2000 miliardi di dollari e, dall’altra parte, la Fed ha già fatto sapere che non rimarrà a corto di munizioni continuando a supportare l’economia qualora ce ne fosse bisogno. Pur tuttavia, non dovremmo rimanere colti di sorpresa qualora vedessimo un’apertura negativa della Borsa americana perché potrebbe verificarsi il classico “buy the rumour sell on news”. Oggi in uscita il dato sui redditi e le spese degli americani del mese di febbraio potrebbe già aver registrato una flessione per quanto il vero impatto negativo dovrebbe iniziare ad aversi solo col dato di questo mese. Ciò che potrebbe fornire una prospettiva più accurata della situazione attuale e del peggioramento delle prospettive  è l’indice della propensione al consumo dell’Università del Michigan, atteso per oggi.

Quella che si conclude oggi è anche la miglior settimana di guadagno dell’oro dal 2008 e parte di questo rialzo è certamente imputabile alla rarefazione dell’offerta di oro fisico a causa della chiusura delle miniere a seguito dell’emergenza sanitaria. Un elemento che ha causato un problema di liquidità sul metallo prezioso lasciando il dubbio agli investitori che l’oro sia in grado di offrire protezione appropriata quando tutto tracolla. Sul fronte valutario, l’Eurodollaro sta mettendo a segno un piccolo rally per quanto solo un miglioramento del sentiment e un deflusso significativo delle posizioni in dollari potrebbero preparare la strada per una risalita verso 1,12.

Potrebbe invece essere solo di breve durata il rimbalzo della sterlina in quanto i timori sul fatto che il Regno Unito dovrà gestire da sola l’emergenza sanitaria potrebbero mettere un tetto al recupero della moneta sul dollaro. Infatti, la Bank of England ha già avvertito sui danni prolungati all’economia da Covid 19, pur ribadendo di rimanere pronta a rispondere con ulteriori misure straordinarie a tutela dell’accessibilità ai finanziamenti da parte delle imprese.