Riflessioni su due settimane fuori dal comune

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Molti investitori si concentrano sui guadagni nelle fasi di rialzo e sulle perdite nelle fasi di ribasso. Dovrebbero fare l’esatto opposto.

Negli ultimi anni ci siamo interessati all’errata allocazione quasi sistemica del capitale da parte di società incentrate esclusivamente sulla crescita delle proprie quotazioni. Queste società restituiscono capitale agli investitori mediante riacquisti di azioni proprie e maggiori dividendi, finanziati da tassi d’interesse storicamente bassi e da spread creditizi contenuti, evitando invece investimenti produttivi di capitale a lungo termine. Questa errata allocazione del capitale si è tradotta in profitti e margini da record e valutazioni prossime ai massimi. Ma le aziende sono state progettate per vincere uno sprint, non una maratona. Ci è voluto il COVID-19 per mettere in luce le fragilità di quegli utili esagerati e di tutta l’economia globale.

In questo momento l’enfasi dovrebbe essere posta sulle opportunità. Crediamo che le imprese che producono ciò di cui la gente ha bisogno o desidera, che non dipendono da finanziamenti a breve termine e le cui quotazioni azionarie sono state arbitrariamente decimate, con il senno di poi e una volta superata l’emergenza, si riveleranno attraenti. Ed è qui che rivolgiamo la nostra attenzione.

Potrebbe non essere così facile per gli investitori sfruttare le opportunità offerte dal mercato prima di un miglioramento della liquidità, in quanto comprare o vendere nel contesto attuale resta difficile. Gli interventi della Federal Reserve degli ultimi giorni stanno iniziando ad allentare le tensioni sui mercati monetari. La salute dei mercati dei finanziamenti a breve termine è fondamentale per il buon funzionamento di tutti gli altri mercati finanziari. Certo, le banche centrali non possono risolvere una pandemia o una crisi petrolifera, ma possono assicurarsi che l’impianto del sistema finanziario continui a funzionare correttamente.

Fare previsioni sugli utili quando diverse regioni del mondo sviluppato sono soggette a restrizioni è abbastanza complicato. Ma lo è ancor di più quando all’equazione si aggiunge lo shock dell’offerta di petrolio. Dopo aver visto i propri profitti gonfiati al massimo, i mercati sono costretti ad assorbire due shock contemporaneamente, tra l’altro in un contesto dove le banche centrali sono rimaste con pochi strumenti di politica monetaria a disposizione. A mio avviso, le conseguenze della guerra dei prezzi del petrolio, sulla scia dell’emergenza Coronavirus, non saranno lineari. L’effetto della combinazione dei due shock sarà sicuramente maggiore rispetto alle ripercussioni dei due elementi presi singolarmente. Ciò rende particolarmente difficoltoso prevedere gli utili per il 2020 a livello di indici, ma continuiamo ad effettuare le nostre analisi dei fondamentali societari, alla ricerca di opportunità a lungo termine offerte dagli asset di alta qualità.

Dal punto di vista degli investimenti, si sta verificando un fenomeno per cui gli investitori passano in rassegna il proprio portafoglio e si chiedono se certe aziende possano continuare ad operare in condizioni di scarsa liquidità globale, di fronte ad una profonda recessione e a prezzi del petrolio inferiori ai 30 dollari al barile, per citare solo alcune delle nuove realtà. Sarà essenziale condurre questo tipo di valutazioni nei mesi a venire, concentrandosi su coloro che, a nostro avviso, usciranno vincenti dalla crisi e poi successivamente, effettuando le dovute analisi per sfruttare le opportunità che si presenteranno.