European Sustainable Finance Action Plan: un “game changer”

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Il piano per la finanza sostenibile promosso dall’Unione Europea (UE) merita di essere definito un “game changer” perché indubbiamente darà una spinta determinante al trend degli investimenti sostenibili, portando un cambiamento strutturale e duraturo. Il tutto si inserisce nella più ampia e lucida visione di trasformare l’Europa nel primo continente ad impatto ambientale zero da qui al 2050, non solo per motivi legati alla sostenibilità ma anche per l’affrancamento, almeno parziale, dalle fonti di energia fossile e le conseguenze che queste portano sul piano economico e politico.

Si stima che oltre 250 miliardi all’anno di capitali sia pubblici che privati saranno necessari già nei prossimi 10 anni per trasformare questo piano in realtà ed il sistema finanziario viene chiamato in causa per reperire e veicolare le risorse. E qui entra in gioco il piano europeo sulla finanza sostenibile, che essenzialmente riguarda due aspetti: la definizione di cosa sia sostenibile o meno e la comunicazione delle azioni intraprese per essere “in regola”. In particolare, la comunicazione – o meglio la famosa “disclosure” – punta ad individuare e chiarire precisamente quali siano i rischi derivanti dagli aspetti di sostenibilità negli investimenti, come questi vengano gestiti e come possano impattare i risultati finanziari. Proprio la recente regolamentazione del Parlamento Europeo 852 del 18 giugno 2020, pubblicata a seguito del regolamento 2088 di Novembre 2019 precisa che da marzo 2021, su alcuni dei punti principali, e successivamente da gennaio 2022 nella sua interezza, le nuove regole si applicheranno a tutti gli attori del mercato finanziario: banche, sgr, reti, assicurazioni, fondi pensione.

La “disclosure” sia applica a due livelli: in primo luogo a tutti i servizi d’investimento e consulenza finanziaria per quanto riguarda gli approcci di base sulla gestione dei rischi ambientali e un domani anche sociali, in secondo luogo a prodotti che si definiscono ESG per i quali sarà richiesta una maggior coerenza di obiettivi e risultati riportando specifiche metriche misurabili e verificabili.

Questo sviluppo a nostro avviso richiede da parte dell’industria del risparmio gestito un grosso sforzo per evolvere sistemi, processi e risorse applicate all’ambito ESG in modo da seguire un approccio coerente e integrato con il business:

  1. individuare i rischi legati alla sostenibilità imporrà un approccio di valutazione olistica dei portafogli, delle strategie d’investimento e dei fondi. Un’analisi che si ferma alla media aritmetica dei rating delle posizioni in portafoglio non sarà più sufficiente perché non incorpora una serie di rischi essenziali. I rating ESG sugli emittenti non sempre esprimono la presenza di controversie legate ai business che si valutano, inoltre il portafoglio è il risultato di un insieme di processi e decisioni prese a livello aziendale e dai team di gestione, quindi una valutazione dinamica deve necessariamente prendere in considerazione l’esperienza in ambito ESG della società di gestione e la strategia impiegata perché da questi elementi emergono i veri e propri rischi ESG;
  2. comunicare in modo coerente e continuativo il risparmio di CO2 e di acqua, il riscaldamento climatico, le pari opportunità e altri parametri di sostenibilità, li rende importanti quanto i risultati finanziari. Pubblicare annualmente o trimestralmente questi dati significa creare una track-record e nessuno vuole una serie storica che va peggiorando. Di conseguenza le metriche ESG entreranno a poco a poco nelle decisioni d’investimento ex-ante e non solo ex-post nella selezione degli investimenti e costruzione dei portafogli. Per fare questo è necessario disporre di strumenti che ottimizzino i portafogli su più dimensioni.

Domanda e offerta di servizi d’investimento ESG saranno completamente integrate e si alimenteranno a vicenda: nei prossimi anni la capacità di individuare e gestire i rischi extra-finanziari unitamente all’abilità di massimizzare i risultati ambientali, sociali e di governance saranno fattori chiave per attrarre ingenti capitali e crescere nel mercato europeo e oltre.