Una nuova riforma delle pensioni in due fasi

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Pensioni, si riparte.  Dopo la pausa forzata indotta dall’emergenza epidemiologica è ripreso il confronto tra il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ed i sindacati confederali su un nuovo intervento di riordino del nostro sistema previdenziale.

Numerosi i temi sul tavolo , dalla pensione contributiva di garanzia per tutelare i giovani lavoratori dai periodi di vuoto contributivo determinati da carriere flessibili e dal ritardato ingresso nel mondo del lavoro, all’ età pensionabile dei lavori usuranti, alla separazione tra spesa pensionistica e spesa assistenziale.  L’ intervento chiave è però quello legato ad una nuova misura di flessibilità in uscita che dovrà sostituire quota 100 che rimarrà in vigore, così come ha assicurato il Ministro del Lavoro, fino allo spirare del naturale periodo triennale di sperimentazione fissato al 31 dicembre 2021.

Vi è poi l’intenzione di rilanciare la previdenza complementare in maniera tale da aumentarne la diffusione in maniera tale da rendere effettiva la architettura multipilastro del nostro sistema previdenziale così come è stato delineato dal legislatore. Nell’ambito dell’incontro si è condiviso di prevedere un intervento in due fasi, una legata agli interventi caratterizzati da caratteristiche di particolare urgenza da inserire nella prossima Legge di Bilancio (si parla di una proroga ulteriore dell’Ape sociale e di opzione donna) ed una legge delega che intervenga in maniera organica con orizzonte temporale di medio-lungo periodo.

Sul primo profilo il prossimo appuntamento è stato cadenzato il prossimo 8 settembre, mentre sul secondo aspetto il cronoprogramma definisce l’incontro il 16 settembre.  In tale prospettiva il Ministro ha sottolineato la necessità e l’urgenza di far partire le due commissioni (quella sui lavori gravosi e quella per la separazione fra spesa previdenziale e assistenziale), non ancora costituite a causa dell’emergenza epidemiologica e la cui scadenza sarà prorogata nella prossima manovra. Per quel che riguarda i fondi pensione si ipotizza una nuova finestra di silenzio assenso accompagnata da una specifica campagna di educazione previdenziale istituzionale.

Si discute poi della possibilità di rivedere la tassazione dei rendimenti e di prevedere specifici incentivi per l’investimento nella economia reale.