L’importanza del sentiment degli investitori

Alger, società partner di La Française -

Il crescente ottimismo sull’andamento dell’economia, l’entusiasmo per le nuove tecnologie come  5G, ”Internet delle cose” e la guida autonoma, insieme a tassi d’interesse molto bassi hanno creato euforia verso i mercati azionari. Ma il sentiment degli investitori ètroppo alto?

 

Il sentiment degli investitori è ai massimi da molti anni. Come mostra il grafico qui sopra, il rapporto tra investitori ribassisti (compratori di put per protezione) ed investitori rialzisti (compratori di call a fine speculativo) è ai minimi storici dalla bolla tech di inizio secolo.

Inoltre, il margin debt è aumentato fino al 34% nell’ultimo anno, poiché gli investitori speculano di più con denaro preso in prestito. Questo dato, insieme al maggior coinvolgimento degli investitori retail sul mercato azionario, giustifica l’idea che il sentiment degli investitori sia molto più orientato verso l’estremità dello spettro incline al rischio che non verso la controparte “timorosa”.

Riteniamo che il forte sentiment degli investitori dovrebbe incoraggiare alla prudenza, anche se esso non preclude solidi rendimenti. Prendiamo ad esempio le IPO degli “euphoric late-1990s”. Dopo una significativa sottoperformance, hanno sovraperformato nei due decenni seguenti. Tuttavia, c’è stata una grande dispersione, con alcune aziende che hanno dichiarato la bancarotta (come eToys) e altre hanno invece cambiato il nostro modo di lavorare e di vivere (ad esempio Amazon). L’attuale contesto di ottimismo potrebbe in ultima istanza portare a una simile dispersione e pertanto richiedere una più attenta due diligence. La ricerca bottom-up basata sui fondamentali, può – almeno teoricamente – aiutare gli investitori a scoprire investimenti durevoli che contribuiscono ad innovazioni durature, oltre ad identificare i fenomeni di breve durata che vanno evitati.