Il decreto sostegni bis amplia la platea di riferimento del contratto di espansione

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Così come era stato anticipato dal Ministro del Lavoro in un recente intervento alla Camera il decreto sostegni bis interviene sul contratto di espansione abbassando per l’anno in corso la soglia del numero dei dipendenti necessari per potervi accedere a 100 unità.

Il nuovo riferimento vale sia per quel che riguarda l’eventuale riduzione dell’orario di lavoro che per potere usufruire dello specifico canale di prepensionamento previsto con un anticipo massimo di 60 mesi rispetto al raggiungimento dei requisiti previdenziali previsti nel regime di appartenenza.

Si interviene così nuovamente sullo strumento dopo il precedente restyling operato con l’ultima Legge di Bilancio (che era intervenuta anche sul cd. Isopensione) che aveva ridotto le soglie di accesso rispetto all’iniziale previsione di 1000 dipendenti a 500 e 250 per le sole misure di scivolo pensionistico.

Si rafforza in questo modo ulteriormente il contratto di espansione in maniera tale che possa contribuire a fronteggiare, nell’ambito di una strategia complessiva, le difficile dinamiche del mercato del lavoro nei mesi a venire, come recita la normativa, nell’ambito di processi di reindustrializzazione e riorganizzazione finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico che, comportano l’esigenza di modificare le competenze professionali in organico attraverso un loro impiego più razionale e, in ogni caso, l’assunzione di nuove professionalità con contratti a tempo indeterminato.

Concentrando la attenzione sugli aspetti previdenziali va evidenziato come con esso si consente di attivare l’accesso da parte dei lavoratori a certe condizioni, su base volontaria, alla pensione di vecchiaia o anticipata sulla base di un regime agevolato con un anticipo massimo di 5 anni .

Il lavoratore percepirà fino al raggiungimento dei requisiti di pensionamento  un’indennità mensile, commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, così come determinato dall’INPS.

I risultati che verranno conseguiti dal contratto espansione “riveduto e corretto”, così come aveva sottolineato il Ministro del Lavoro,  verranno monitorati anche per delineare quello che sarà il quadro complessivo degli interventi di riordino del sistema previdenziale che dovranno essere implementati prima del fine anno per individuare nuovi canali di pensionamento che attenuino lo “scalone” che si determinerà con il venire meno di quota 100