Ethenea esce dall’azionario cinese: “Giappone più appetibile”

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A livello globale, prevalgono i fattori positivi a sostegno dell’investimento azionario, ma in Asia la situazione è cambiata. Mentre il Giappone appare in netto miglioramento, dopo le difficoltà legate ai vaccini e alle incertezze sui Giochi Olimpici estivi, riteniamo che il momento favorevole della Cina sia prezzato in modo eccessivo. Per questo, per il nostro fondo Ethna-AKTIV stiamo considerando di uscire dall’azionario cinese e di incrementare l’esposizione sulla Borsa di Tokyo.

Nonostante l’elevata valutazione assoluta dei mercati azionari e il sentiment già molto ottimistico, a livello globale continuano a prevalere i fattori positivi, in termini di valutazione relativa, di politica monetaria e fiscale di sostegno e di andamento inalterato del trend e questo ci porta a mantenere un’allocazione azionaria superiore alla media per il terzo trimestre consecutivo nel fondo Ethna-AKTIV, seppure modificando l’allocazione geografica.

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La Cina ha fatto registrare una buona performance del mercato azionario nel 2020, grazie al fatto che è stata pioniera nella lotta contro la pandemia e l’unica grande economia a non registrare una crescita negativa nel 2020. Oggi, tuttavia, ci sono molte ragioni per dubitare del futuro livello dei prezzi delle azioni cinesi. Il momentum creditizio in Cina è in calo, il peso dello Stato, in particolare per quanto riguarda la regolamentazione delle aziende tecnologiche, non è del tutto prevedibile e l’atteso allentamento delle tensioni con gli Stati Uniti è probabilmente prezzato in modo eccessivo.

Al contrario, consideriamo il mercato azionario giapponese come un buon proxy di valore. Il Giappone è stato a lungo in ritardo in termini di progressi nella vaccinazione e ha vissuto una fase di prolungata incertezza relativamente ai Giochi Olimpici che si svolgeranno da fine luglio, ma il costante miglioramento della situazione induce maggiore ottimismo.

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In termini di allocazione di portafoglio, questo ci induce ad accrescere gradualmente la nostra esposizione sul Paese, mentre stiamo riducendo i nostri investimenti nell’indice negli Stati Uniti e abbandonando l’azionario cinese.