Gli obiettivi principali dei risparmiatori nel 2021 restano nel lungo periodo la sicurezza e nel breve la liquidità

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Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi hanno presentato la ricerca sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2021, l’indagine che analizza il rapporto degli italiani con il risparmio e l’influenza che la pandemia sta avendo sulle scelte di investimento delle famiglie.  Quali sono le principali evidenze ?

Secondo le interviste sull’andamento dell’anno 2020, raccolte a marzo e maggio 2021 e rivolte ai responsabili delle scelte finanziarie, il 9 per cento delle famiglie italiane ha subito conseguenze sulla salute propria o di un membro della famiglia: in una casa su dieci il Covid è entrato davvero.

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Molto più ampio è il numero di famiglie che ha visto ridursi o azzerarsi le entrate ordinarie a causa delle conseguenze economiche del Covid: nel complesso, si tratta del 36,8 per cento degli intervistati. Tra questi, il 19,6 per cento dichiara che le entrate sono «un poco» diminuite, il 15,7 per cento che sono «molto» diminuite e l’1,5 per cento dichiara che tutte le entrate sono state perdute. Queste percentuali mostrano che la perdita media di reddito netto familiare, pari a 105 euro mensili, non ha riguardato tutti: si è avuta una forte concentrazione dell’impatto economico, che si è scaricato su poco più di una famiglia su tre.

In media, i sussidi o altre forme di supporto economico hanno raggiunto il 28 per cento del campione, quindi nominalmente hanno servito il 74 per cento di coloro che hanno perduto entrate, con quote che salgono inevitabilmente in alcune categorie, come gli esercenti (che hanno ricevuto aiuti nel 53 per cento dei casi), gli operai (48 per cento) e i giovani (44 per cento). Gli aiuti sono stati giudicati sufficienti ma giunti in ritardo dai lavoratori dipendenti manuali, sono stati piuttosto tempestivi ma insufficienti secondo i lavoratori autonomi e gli esercenti, mentre hanno abbastanza soddisfatto la categoria degli impiegati.

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Andando più nello specifico sui profili legati al risparmio  emerge che il 53 per cento degli intervistati non aveva accantonato un fondo di riserva, ossia non aveva depositi liquidi sufficienti o strumenti finanziari monetari liquidabili immediatamente per far fronte ad una emergenza economica come quella che abbiamo vissuto.

La pandemia, pur non avendo scosso in misura forte il tenore di vita (nonostante 400 mila famiglie abbiano perso tutte le entrate, circa l’1,5% del campione), è intervenuta anche sui comportamenti di risparmio, evidenziando due macro-cambiamenti:

  1. la diminuzione, dal 55,1 per cento al 48,6 per cento, ossia di ben 6,5 punti percentuali, della quota di risparmiatori nel campione, per effetto delle ridotte disponibilità. I non risparmiatori sono tornati prevalenti sui risparmiatori;
  2. la crescita tra i risparmiatori residui, pari a ben 6,7 punti percentuali, del numero di coloro che hanno intrapreso il risparmio in modo involontario, essenzialmente per non essere riusciti a consumare nell’anno della pandemia a causa delle restrizioni di attività e mobilità.

Gli investimenti finanziari nell’anno del Covid-19 sono stati ridotti e messi in larga parte in standby proprio dall’incertezza pandemica, ma anche dalla difficoltà oggettiva di incontrare sul mercato investimenti corrispondenti agli obiettivi dei risparmiatori, che nel 2021 privilegiano nel lungo periodo, la sicurezza (ossia il desiderio di non perdere il capitale investito) e nel breve periodo la liquidità.

Gli investimenti nuovi e alternativi cominciano a entrare nella consapevolezza dei risparmiatori, ma lo fanno molto lentamente. I PIR, destinati a collegare il risparmio con gli investimenti reali, particolarmente delle piccole e medie imprese, sono stati considerati appena dal 2,5 per cento per campione, ma per ogni sottoscrittore effettivo ve ne sono 6 indecisi che potrebbero investirvi in futuro (14 tra gli impiegati, categoria che ha più liquidità della media).

I bitcoin affascinano appena il 5 per cento degli intervistati (senza che abbiano necessariamente acquistato questi strumenti). Trovano i potenziali estimatori all’incrocio dei risparmiatori giovani, benestanti e istruiti. È presto per affermare che si tratti di un interesse che va oltre una moda, e del resto non sono gli investimenti più raccomandabili quanto a sicurezza (che resta la prima caratteristica desiderata dai risparmiatori anche delle categorie più dinamiche), stanti l’alta volatilità delle criptomonete e il fatto che esse non godono della tutela tradizionale della MIFID.  Il 6,7 per cento del campione – si sale al 14 per cento tra i laureati – risulta interessato agli investimenti etici e a impatto positivo sull’ambiente e sulla società: il settore finanziario sta raccogliendo questa istanza puntando sulla classificazione e selezione ESG degli investimenti. Tuttavia, essendo di tipo nuovo, il comportamento classico dei risparmiatori italiani è di introdurre nel portafoglio questi investimenti «a piccole dosi».

Per quel che riguarda il tema previdenziale  a distanza di dieci anni dall’ultima riforma strutturale delle pensioni (Monti-Fornero, dicembre 2011), l’aspettativa sul tasso di rimpiazzo del reddito da parte dell’assegno pensionistico si è aggiustata ed è sostanzialmente corretta, mentre la comprensione del sistema pensionistico incontra resistenze sull’età attesa di pensionamento, generalmente considerata troppo lontana e comunque avvolta dall’incertezza per una larga parte del campione, date le tendenze ondivaghe della politica previdenziale su questo aspetto, viene sottolineato

In generale, la ricchezza pensionistica privata resta bassa, se il 12,6 per cento appena dei lavoratori dichiara di avere sottoscritto un trattamento pensionistico integrativo e un terzo l’ha fatto con il TFR. La scarsa diffusione del secondo pilastro e la diffusione del terzo pilastro privato individuale essenzialmente tra i più abbienti del campione è il frutto dell’imprevidenza dovuta alla limitata capacità di pianificare lungo tutto l’arco della vita, per motivi anche legati alla nota scarsa istruzione finanziaria dei risparmiatori.