Eurozona, l’impatto della variante Omicron sulla crescita sembra limitato

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L’ondata di contagi dovuti alla variante Omicron sta colpendo l’attività dell’Eurozona, ma secondo gli ultimi sondaggi sulle imprese a livello macroeconomico è probabile che le conseguenze siano limitate. Sebbene l’indice dei direttori acquisti (PMI) di gennaio si sia leggermente indebolito, i livelli aggregati rimangono comunque in territorio di espansione. Queste sono le principali conclusioni che possiamo trarre dai dati del PMI.

Anzitutto, il settore dei servizi è in notevole sofferenza a causa della variante Omicron – anche se l’impatto sembra meno grave rispetto alle precedenti ondate di virus. Si tratta di un dato in linea con l’evidenza aneddotica per cui anche le vendite legate agli eventi culturali, così come i dati sulla mobilità, sono diminuiti molto meno che nelle precedenti ondate di contagio.

In secondo luogo – per guardare un aspetto più positivo – il settore manifatturiero è più protetto, grazie all’allentamento dei colli di bottiglia sul versante dell’offerta.

Come terzo punto, che può avere conseguenze sulla traiettoria futura dell’inflazione, i prezzi per beni e servizi sono aumentati al ritmo più rapido nei 20 anni di vita delle rilevazioni del PMI: una circostanza che suggerisce che è improbabile che l’inflazione al 5% sia destinata a scendere nel breve termine.

Infine, se si guarda alle performance dei singoli Paesi, notiamo come i sondaggi di gennaio indichino un miglioramento dell’attività in Germania, anche nel settore dei servizi – mentre il settore manifatturiero sta facendo registrare buoni risultati. Sul versante delle notizie meno positive, i dati che arrivano dalla Francia suggeriscono invece un rallentamento dell’attività.