Russia in default, non paga gli interessi sui bond, ma il Cremlino contesta le accuse

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Russia in default?

Il default è scattato tecnicamente dopo un mese dalla scadenza del pagamento degli interessi di circa 100 milioni di dollari di obbligazioni, ma in effetti il pagamento è bloccato non per volontà del governo russo, ma a causa delle sanzioni adottate in risposta all’invasione dell’Ucraina. Ovviamente il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che “le dichiarazioni di default sono assolutamente ingiustificate”. Ha aggiunto che una banca intermediaria aveva trattenuto i soldi e che le riserve erano state bloccate “illegittimamente”. Il ministro delle finanze russo ha definito la situazione “una farsa” e ha affermato che la situazione non avrà impatto a breve termine.

Questo perché la Russia non ha bisogno di incassare ora a livello internazionale i crediti bloccati dalle sanzioni: le basta raccogliere le entrate da materie prime costose come il petrolio, secondo Chris Weafer, amministratore delegato della società di consulenza con sede a Mosca Macro Advisory.

Dove sono finiti i soldi?

Il pagamento degli interessi era dovuto il 27 maggio. La Russia afferma che il denaro è stato inviato a Euroclear, che avrebbe poi distribuito il pagamento agli investitori. Ma quel pagamento è rimasto bloccato lì, secondo Bloomberg News, e i creditori non l’hanno ricevuto. In effetti Euroclear non ha dichiarato di aver specificamente bloccato questo pagamento, ma ha affermato più in generale di aver aderito a tutte le sanzioni introdotte in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Il ministro delle finanze russo Anton Siluanov ha ammesso che gli investitori stranieri “non sarebbero in grado di ricevere” i pagamenti, secondo il notiziario RIA Novosti. Poiché la Russia in realtà vorrebbe pagare e ha un sacco di soldi per farlo, ha negato che ciò equivalga a un vero e proprio default, che di solito si verifica quando i governi si rifiutano di pagare, o le loro economie sono così deboli che non riescono a trovare i soldi. E ha concluso: “Tutti quelli che se ne intendono capiscono che non si tratta affatto di una scelta del governo. L’intera situazione sembra una farsa”.

Dai tempi dello zar

Un vero default non accadeva dal 1917, quando Vladimir Lenin si rifiutò di pagare i debiti sottoscritti dallo zar Nicola II. Un piccolo inciampo c’era stato nel 1998, ma poi fu risolto. Quando uno Stato va in default significa che non riesce a pagare i debiti, di conseguenza gli investitori si dileguano. “Il caso della Russia è, però, del tutto particolare – afferma Primo Mastrantoni dell’Associazione ADUC – perché il mancato pagamento è dovuto alle sanzioni che impediscono alle banche sanzionate di effettuare le operazioni necessarie per i pagamenti. Dal tempo dell’invasione, comunque, gli investitori si erano defilati confermando l’isolamento russo dai mercati.” E conclude: “Il Fondo monetario internazionale a gennaio aveva previsto un aumento del Pil russo del più 2,8%, ora, dopo l’invasione, la previsione è del meno 8,5%. Eppure, qualcuno racconta che le sanzioni hanno avuto pochi effetti sull’economia russa”.