Mirabaud: crisi gas russo, soluzione passa da solidarietà, diversificazione e minori consumi

-

Il 2 settembre Gazprom ha annunciato che avrebbe rinviato il riavvio del gasdotto Nord Stream fino a nuovo avviso. Gazprom ha citato una perdita d’olio in una turbina la sera precedente come impedimento al riavvio. L’azienda ha dichiarato che fino alla riparazione il flusso di gas attraverso il Nord Stream è completamente sospeso, senza fornire alcuna data. Che si tratti di una reazione “tattica” di Mosca o di un vero e proprio problema tecnico, la domanda è la stessa: come potremo fare a meno del gas russo se la situazione persiste?

Le esigenze (e quindi le soluzioni) variano per ogni Paese dell’Eurozona a seconda della sua dipendenza dal gas russo. Ci sono soluzioni concrete per compensare il gas russo:

  • Solidarietà

La Germania potrebbe importare gas da Gran Bretagna, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi tramite gasdotti. La Norvegia, il secondo fornitore di gas in Europa dopo la Russia, ha aumentato la produzione per aiutare l’Unione Europea a raggiungere l’obiettivo di porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi. Tuttavia, questo obiettivo non sarà pienamente raggiunto almeno fino al 2027.

Anche la Gran Bretagna, che non dipende dal gas russo, può esportare in Europa attraverso i gasdotti.

Da parte loro, gli Stati Uniti hanno dichiarato di poter fornire 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) all’UE quest’anno. Tuttavia, questa possibilità è limitata dal fatto che un importante terminale di GNL in Texas resterà chiuso fino alla fine di novembre.

Nell’Europa meridionale, alcuni Paesi possono ricevere il gas azero attraverso il gasdotto transadriatico verso l’Italia e il gasdotto transanatolico (TANAP) attraverso la Turchia.

La Polonia, che dipende dalla Russia per circa il 50% del suo consumo di gas, pari a circa 10 miliardi di metri cubi, ha dichiarato di poter ricevere il gas attraverso due collegamenti con la Germania.

Il mese prossimo sarà inaugurato un nuovo gasdotto che trasferirà fino a 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno tra la Polonia e la Norvegia. La settimana scorsa è stato inaugurato anche un nuovo collegamento di gas tra la Polonia e la Slovacchia.

  • Altre fonti energetiche

Diversi Paesi potrebbero cercare di colmare le lacune nell’approvvigionamento energetico ricorrendo alle importazioni di energia elettrica attraverso le interconnessioni dei loro vicini o aumentando la produzione di energia elettrica da fonti nucleari, rinnovabili, idroelettriche o carbone.

Tuttavia, la disponibilità di energia nucleare sta diminuendo in Belgio, Gran Bretagna, Francia e Germania, dove le centrali devono affrontare interruzioni a causa dell’invecchiamento, dello smantellamento o dell’abbandono graduale.

I livelli di energia idroelettrica sono diminuiti quest’estate a causa delle scarse precipitazioni e dell’ondata di caldo.

Per quanto riguarda il carbone, alcuni impianti sono stati riattivati dalla metà del 2021 a causa dell’impennata dei prezzi del gas.

La maggior parte dei Paesi europei ha ridotto notevolmente la propria dipendenza dal carbone, ma ha mantenuto le centrali elettriche a carbone in riserva e le ha rimesse in funzione, finché riesce a ottenere il combustibile.

  • Riduzione dei consumi

I ministri dell’energia dell’UE hanno deciso che tutti i Paesi del blocco dovranno ridurre volontariamente il consumo di gas del 15% tra agosto e marzo, rispetto al loro consumo medio annuale nel periodo 2017-2021. La Germania, nel frattempo, ha avviato la seconda fase del suo piano di emergenza gas in tre fasi e ha esortato le imprese e i consumatori a risparmiare gas per evitare un razionamento forzato.

In breve, non esiste un’unica soluzione a un potenziale blocco delle esportazioni di gas russo, ma una combinazione di tre: La solidarietà europea, l’uso di fonti energetiche “alternative” e uno sforzo volontario per ridurre i consumi delle famiglie e delle imprese in Europa.