Banche Centrali: Come negli anni Novanta

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La propensione degli investitori a sperare in un imminente “cambio di rotta” – nonostante gli ultimi dati sulle buste paga USA – ne riflette l’assuefazione al regime degli ultimi 20 anni, in cui le banche centrali potevano soccorrere l’economia reale e il mercato, poiché la loro missione primaria – la stabilità dei prezzi – veniva assolta a prescindere dalle condizioni cicliche grazie a potenti forze strutturali. Il riemergere dell’inflazione ha però messo fine a tutto questo. Non è necessario tornare indietro fino al 1980 e a Volcker per definire la nuova era politica. Ricordare gli anni ’90 è sufficiente.

Negli anni Novanta i responsabili politici hanno dovuto affrontare shock significativi dal lato dell’offerta innescati da eventi geopolitici. Hanno dovuto fare i conti con una cooperazione politica internazionale inadeguata. Mentre nel 1990 la Fed ha gestito un picco negativo di inflazione dal lato dell’offerta, nel 1994 ha avviato una rapida stretta per frenare l’eccesso di domanda e l’ha mantenuta nonostante le notevoli turbolenze del mercato. Gli Stati Uniti non sono l’unico Paese in cui le banche centrali non sono state le “migliori amiche del mercato” negli anni Novanta: la maggior parte dei Paesi europei ha attraversato quel decennio con un livello di tassi di interesse reali decisamente troppo alto rispetto alle condizioni macroeconomiche nazionali.

In Europa, l’uscita da una serie di recessioni e di incidenti di stabilità finanziaria a cui ha contribuito pesantemente una politica monetaria inadeguata ha preso la forma di una maggiore integrazione, con l’unione monetaria. Questa dovrebbe essere una lezione per oggi, dato che i governi sono alle prese con la definizione di soluzioni a livello europeo.  Al di là dei cambiamenti istituzionali, almeno gli anni ’90 si sono conclusi su una nota positiva, con la promessa di shock favorevoli dal lato dell’offerta. Uno di questi, che si è rivelato deludente, era la convinzione che l’adozione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione avrebbe dato un impulso significativo alla produttività. Il secondo, la globalizzazione, si è rivelato più duraturo ed efficace. Purtroppo, con aumenti di produttività mediocri per anni e la deglobalizzazione diventata un tema importante, attualmente mancano narrazioni edificanti.