Budget autunnale britannico: le implicazioni per economia e mercati

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La dichiarazione di ieri sul Budget autunnale mirava a fornire un sostegno a breve termine all’economia, che probabilmente è già in recessione, rassicurando al contempo i mercati finanziari sul fatto che il governo ridurrà l’indebitamento nel medio-lungo termine. Il nuovo Cancelliere, Jeremy Hunt, ha evitato l’errore del suo predecessore e ha invece coinvolto l’indipendente Office for Budgetary Responsibility (OBR) nel fornire una previsione fiscale ed economica.

Tra la pletora di annunci, i più importanti hanno riguardato le bollette energetiche, i sussidi, le pensioni e le imposte personali. La cosiddetta garanzia dei prezzi dell’energia vedrà il tetto massimo per la bolletta annuale della famiglia media a doppia tariffa passare da 2.500 a 3.000 sterline a partire da aprile 2023, e rimarrà in vigore per altri 12 mesi. Si tratta di una misura meno generosa rispetto al piano originale che prevedeva un tetto massimo di 2.500 sterline per due anni. Sono state annunciate anche altre misure di sostegno per le famiglie più vulnerabili.

I sussidi di invalidità, i crediti pensionistici e le pensioni statali saranno tutti aumentati in linea con l’inflazione (10,1% per il mese di riferimento). Nel frattempo, la soglia per l’aliquota aggiuntiva dell’imposta sul reddito (45%) sarà abbassata da 150.000 a 125.140 sterline, portando molte più persone nella fascia fiscale più alta.

La spesa dei dipartimenti aumenterà generalmente in termini nominali nei prossimi due anni, ma poi aumenterà dell’1% in termini reali da quel momento in poi. Ciò significa che i dipartimenti dovranno trovare il modo di tagliare le spese in termini reali nell’immediato futuro. Sono stati stanziati fondi aggiuntivi per l’istruzione, la sanità e l’assistenza sociale agli adulti, ma la maggior parte degli altri dipartimenti avrà difficoltà.

È stata inoltre sottolineata la necessità di mantenere stabile la spesa in conto capitale e di concentrarsi sui motori della crescita, tra cui la sicurezza energetica, le infrastrutture e l’innovazione. Sarà approvata la prima nuova centrale nucleare in 30 anni, considerata fondamentale per aumentare la capacità. Tuttavia, l’introduzione dell’accisa sui veicoli elettrici a partire dal 2025 (attualmente esente) ridurrà l’incentivo per coloro che intendono passare a questa forma di trasporto più ecologica.

In termini di prospettive per l’economia, l’OBR ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita per il 2022 dal 3,8% al 4,2% rispetto all’ultima previsione di marzo, ma ha tagliato le previsioni per il 2023 dall’1,8% al -1,4%, soprattutto a causa dell’attuale crisi dell’inflazione. Si prevede che l’economia torni a crescere dell’1,3% nel 2024 e del 2,6% nel 2025. L’inflazione IPC è prevista in media al 9,1% nel 2022 e al 7,4% nel 2023, prima di scendere allo 0,6% nel 2024 e al -0,8% nel 2025. Nel frattempo, si prevede che il tasso di disoccupazione raggiunga un picco del 4,9% nel 2024, per poi scendere lentamente negli anni successivi.

L’analisi dell’OBR suggerisce che le misure annunciate nella Dichiarazione d’autunno riducano la profondità e la durata della recessione quest’anno e il prossimo, ma lascino l’economia su una traiettoria di crescita simile nel medio termine. Quest’ultimo dato dovrebbe deludere il governo, poiché indica che i suoi sforzi per aumentare la crescita nel medio termine non dovrebbero fare la differenza.

Per quanto riguarda le finanze pubbliche, l’OBR prevede un aumento del deficit dal 5,7% al 7,1% del PIL nell’anno finanziario in corso, prima di scendere al 5,5% nel 2023/24 e al 3,2% nel 2024/25. Le misure delineate comportano un ulteriore indebitamento di 4,1 miliardi di sterline quest’anno e il prossimo, prima che inizi un’austerità più significativa. La maggior parte del gettito fiscale aggiuntivo arriverà nel 2024/26, mentre i tagli alla spesa saranno utili a partire dall’anno successivo.

Nel complesso, un bilancio piuttosto deludente per molti e, nonostante si affermi che l’inflazione è il nemico, molte delle misure annunciate fanno poco per ridurre l’inflazione. È stato adottato un approccio simile al passato: prendere in prestito di più ora, promettendo di prendere in prestito di meno in futuro. Ma almeno, con questa dichiarazione fiscale, c’è la promessa di stringere la cinghia a un certo punto. Reazione del mercato: la sterlina è scesa rispetto al dollaro e all’euro, i rendimenti dei Gilt sono aumentati, ma niente di così drammatico come l’ultimo mini-budget.