Elezioni in Brasile: la reazione degli investitori

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Sebbene il margine di vittoria sia più ristretto di quanto previsto dai sondaggi pre-elettorali, ci si aspettava una vittoria di Lula. Lo sconfitto Jair Bolsonaro sembra non voler contestare il risultato, a differenza di quanto temuto prima del ballottaggio. Supponendo che la transizione di potere avvenga in modo ordinato, riteniamo che questo risultato sia favorevole per i mercati, in quanto dovrebbe far diminuire il premio per il rischio politico sugli asset brasiliani profondamente sottovalutati.

Siamo confortati anche dai risultati delle elezioni regionali, con una maggioranza di centro e di destra al Congresso e la scelta di Lula per la carica di vicepresidente, Geraldo Alckmin, proveniente da un partito di centro-destra. Il Congresso è infatti un’istituzione potente in Brasile ed è probabile che blocchi qualsiasi tentativo del neoeletto Presidente Lula di tornare indietro sulla privatizzazione delle grandi aziende, come ha fatto in passato. Il prossimo punto chiave da tenere d’occhio sarà la nomina del ministro delle Finanze, che darà una conferma definitiva sull’ortodossia delle politiche monetarie future.

Sul fronte macroeconomico, lo scenario si prospetta positivo. Il miglioramento delle ragioni di scambio, grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime, comprese quelle agricole, per le quali il Brasile è leader nelle esportazioni globali di una serie di prodotti, tra cui zucchero, soia, caffè e minerale di ferro, è di buon auspicio per la crescita economica. Anche l’inflazione si sta muovendo nella giusta direzione. Dopo aver raggiunto un picco del 12,1% in aprile, il tasso di inflazione brasiliano è sceso al 7,2%. Ciò ha permesso alla banca centrale di sospendere gli aumenti dei tassi di interesse e il mercato sta valutando un ciclo di tagli dei tassi in futuro. In questo caso, Lula raccoglierebbe il dividendo economico derivante dal fatto che il Brasile è stata la prima grande economia a muoversi seriamente contro l’inflazione utilizzando una politica monetaria aggressiva lo scorso anno.

Carmignac guarda con favore alle azioni brasiliane dall’inizio di quest’anno. Dopo l’esito delle elezioni, la combinazione di un minor rischio politico e di dinamiche macroeconomiche positive favorisce una rivalutazione delle azioni e della valuta brasiliane a buon mercato (a buon mercato rispetto alla media storica e anche rispetto ad altri grandi mercati emergenti). Per questo motivo manteniamo una maggiore esposizione alle azioni brasiliane, privilegiando le società focalizzate principalmente sulla domanda interna e su temi di crescita come finanza, sanità, economia digitale ed energia.  Al contrario, ci manteniamo distanti dalle società statali soggette a interventi politici.