Cambiamento climatico e polizze per rischio agricolo

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I cambiamenti meteoclimatici e il crescente verificarsi di eventi estremi rendono sempre più evidente l’utilità per le aziende agricole di operare proattivamente per mitigare parte dei rischi e trasferire quelli residui a operatori specializzati quali fondi mutualistici e assicurazioni. Lo sottolinea l’Ivass in un recente intervento in cui sottolinea come negli ultimi venti anni in Italia siamo passati da un sistema di intervento pubblico a fondo perduto ex post, ad un sistema misto con un progressivo incremento degli strumenti ex-ante, principalmente costituiti da polizze agricole agevolate. Anche nel settore agricolo, si sottolinea, una lungimirante cooperazione tra pubblico e privato può permettere di riqualificare l’intervento pubblico, migliorare la capacità di prevenzione dei rischi, le coperture, la tempestività e la correttezza dei risarcimenti e dare così sostegno alla crescita delle imprese agricole nazionali. Il comparto assicurativo sembra in grado di accompagnare le imprese agricole italiane in questo percorso di transizione che richiede competenze di gestione dei rischi e attenzione alle specificità delle singole coltivazioni e alle diversità territoriali.

La diffusione delle polizze agricole

Il numero di aziende assicurate risulta ancora molto contenuto e che la distribuzione delle stesse presenta forti differenze in relazione a dimensione, area geografica, tipologia di rischio. Nel 2021 le imprese che hanno sottoscritto coperture assicurative agevolate per la protezione delle colture vegetali hanno versato 611 milioni di euro di premi (+86% rispetto al 2011) per un valore assicurato di 6.506 milioni di euro. Le superfici assicurate ammontavano a 1,23 milioni di ettari (10% del totale). Considerando anche le polizze zootecniche e i contratti assicurativi a protezione degli impianti e delle strutture, il numero di aziende aderenti al sistema assicurativo agevolato era pari a 74.200. Per tutti questi contratti è previsto un contributo pubblico fino al 70% del premio. È significativo notare che in termini di valori assicurati (8,9 miliardi di euro) tali polizze coprono poco meno di un quarto del valore totale della produzione del settore primario, segno che sono per lo più le imprese più grandi ad assicurarsi.

Emerge poi che le polizze riguardano prevalentemente colture e filiere caratterizzate da una forte propensione all’esportazione: sulla base dei valori assicurati, le coperture assicurative si concentrano sulle uve da vino (32%), seguite da mele (11%), riso (7,7%) e pomodoro da industria (7,3%).

Guardando ai valori assicurati, si conferma la rilevanza delle aree settentrionali, che esprimono una quota pari all’80% del totale nazionale. Nelle regioni meridionali, comprese le isole, i valori assicurati sono cresciuti raggiungendo una quota del 12% del mercato nazionale; dinamica confermata anche dai premi raccolti aumentati del 40% nel triennio 2019-2021. tuttavia, nonostante questi risultati incoraggianti, l’attenzione per il Centro e il Mezzogiorno deve mantenersi elevata.

La concentrazione del mercato risulta alta: sulla base dei dati 2020 le prime cinque compagnie raccolgono il 63% dei premi complessivi; l’impresa leader in questo comparto raggiunge una quota del 22%. Tra le prime cinque compagnie si osservano tariffe medie diversificate che oscillano tra il 7,8% e il 10,8% dei valori assicurati.

L’andamento tecnico del mercato: il settore delle polizze agricole ha registrato negli anni un progressivo aumento dei costi di sottoscrizione, da ricondurre alla ridotta base assicurata, connotata da evidenti rischi di selezione avversa, e all’intensificarsi dei fenomeni climatici estremi, anche di carattere catastrofale. Dai dati ANIA, nel periodo 2011-202110 , emerge l’elevato livello del rapporto ‘sinistri a premi’, che alimenta una tendenza al disimpegno da parte delle compagnie di assicurazione e riassicurazione dall’assunzione dei rischi agricoli, specie quelli di natura catastrofale. I principali indicatori tecnici mostrano che nel “ramo grandine” la profittabilità del settore, misurata dal loss ratio e dal combined ratio, è negativa (loss ratio maggiore di 100). I dati mettono in evidenza uno shock particolarmente avverso nel 2017 e un tendenziale aumento degli indennizzi fino al 2021, più che raddoppiati rispetto al 2011 (+207%), a fronte di un aumento dei premi meno che proporzionale (+182%).

Le osservazioni della Autorità di Vigilanza

Per ridurre la sottoassicurazione del settore e nel contempo ridare equilibrio tecnico al business assicurativo è necessario aumentare e diversificare maggiormente, anche in termini territoriali, i valori assicurati, e rendere più modulari le caratteristiche delle polizze agricole agevolate. Questo obiettivo non può prescindere da una sistematica azione di formazione e informazione, in collaborazione con le organizzazioni agricole, diretta a sviluppare una maggiore consapevolezza dei potenziali rischi e rivolta in modo particolare all’imprenditoria giovanile, alle aziende di minori dimensioni e a quelle che operano in aree geografiche e in ambiti di produzione agricola meno assicurati.
Per far fronte alle possibili conseguenze dei rischi connessi alla transizione climatica, le compagnie non possono prescindere dallo sviluppo di nuovi schemi in grado di definire, modellizzare e misurare scenari climatici in forte evoluzione. Questi strumenti evoluti di valutazione permetteranno di irrobustire il pricing dei prodotti assicurativi e, nel contempo, di ottimizzare le azioni di mitigazione dei rischi da parte delle imprese agricole, contribuendo a rendere economicamente efficiente il rapporto per entrambe le parti.