Dividendi, cosa cercare e cosa evitare per ottenere rendimenti costanti

Yoichiro Kai, Portfolio Manager, Global Equity Dividend Strategy, T. Rowe Price -

I titoli a dividendo hanno riconquistato il favore degli investitori in seguito alla forte volatilità del mercato negli ultimi 12 mesi. In particolare, la compressione delle valutazioni dei titoli growth, un tempo molto vivaci, ha evidenziato il ruolo dei dividendi come potenziale ammortizzatore dei rendimenti. Riteniamo che l’investimento in dividendi meriti maggiore attenzione, e non solo in questo difficile contesto di mercato.

Perché i dividendi sono importanti

I dividendi hanno storicamente rappresentato un potente motore per i rendimenti totali, soprattutto quando il reddito è stato reinvestito nel tempo. Dal 1970, i dividendi composti hanno rappresentato oltre il 70% dei rendimenti azionari globali. Se si considerano gli ultimi 20 anni, i dividendi hanno rappresentato una parte importante dei rendimenti totali nei principali mercati sviluppati ed emergenti.

L’importanza dei dividendi è particolarmente evidente nei mercati che tendono ad avere una cultura azionaria più forte. Lo vediamo in Europa, dove i dividendi hanno contribuito a oltre il 46% dei rendimenti totali dal 1999. Dal nostro punto di vista, oltre a contribuire al rendimento, i dividendi sono un barometro del valore per gli azionisti.

Possono anche indicare l’impegno delle società a conseguire un rendimento per gli azionisti. Questo impegno è tipicamente sostenuto dalla fiducia dei dirigenti nella solidità e nella capacità di generare liquidità a lungo termine dei loro modelli di business.

Inoltre, i dividendi riflettono la disciplina del management. La creazione di un solido track record di distribuzione di dividendi richiede comprensibilmente una solida valutazione dell’allocazione del capitale e della gestione della leva finanziaria. Determinare l’ammontare di liquidità da accantonare per le distribuzioni agli azionisti e per gli investimenti futuri e il livello ottimale di indebitamento da assumere sono decisioni critiche da prendere.

Ciò che i rendimenti non mostrano

Una cosa che gli investitori comunemente trascurano è questa: i rendimenti elevati dei dividendi non promettono di per sé un forte rendimento totale. Sono più importanti la sostenibilità dei dividendi e i fondamentali aziendali che li sostengono. Alcune società che pagano dividendi elevati possono semplicemente avere limitate opportunità di crescita e pochi utilizzi per la liquidità disponibile. Altrettanto discutibili sono le società ad alta intensità di capitale che, per invogliare gli investitori, si fanno carico di pagamenti troppo elevati.

Questi esempi sottolineano il pericolo di compromettere la qualità dell’azienda in cambio di elevati rendimenti da dividendo. Tali società potrebbero faticare a mantenere i loro dividendi nel tempo o a raggiungere la crescita degli utili necessaria a far apprezzare il prezzo delle azioni. Nel complesso, diffidiamo dei profili di rendimento totale di questi titoli.

Allo stesso modo, evitare i titoli a basso rendimento senza un’attenta valutazione delle prospettive di una società presenta delle insidie. Dividendi bassi ma in crescita possono indicare società che si trovano su un percorso di espansione degli utili, con flussi di cassa che iniziano a superare le esigenze di spesa in conto capitale. Questi titoli possono generare rendimenti totali considerevoli grazie alla combinazione di dividendi e crescita degli utili. Nella valutazione di queste società è particolarmente importante comprendere il loro impegno nei confronti dei rendimenti per gli azionisti e l’enfasi posta sui dividendi.

Selezionare chi paga i dividendi e chi genera dividendi

In breve, la selezione dei titoli è fondamentale. Riteniamo che vi siano maggiori possibilità di ottenere rendimenti totali corretti per il rischio costanti nel lungo periodo investendo in società che pagano dividendi duraturi e in crescita.

In altre parole, puntiamo su società di alta qualità che producono utili composti e che sono ben posizionate per pagare o far crescere i dividendi nel tempo, evitando invece le società di bassa qualità che pagano dividendi insostenibili. Questo framework guida il nostro approccio generale nella valutazione delle società in tutti gli spettri di rendimento da dividendo e di intensità di capitale.

Tra le società che cerchiamo ci sono quelle che hanno registrato una crescita del cash flow e dei dividendi in settori che beneficiano di una spinta strutturale. Amphenol, ad esempio, è esposta all’aumento dell’elettrificazione nei mercati automobilistico e industriale. L’azienda è uno dei principali fornitori mondiali di connettori utilizzati nei veicoli elettrici, nelle attrezzature pesanti e in molti altri settori. Negli ultimi cinque anni, il management si è impegnato a restituire agli azionisti una parte significativa del free cash flow.

Alla ricerca della costanza

Nella nostra ricerca di rendimenti totali costanti attraverso i mercati ribassisti e rialzisti, puntiamo su un gruppo distinto di società di alta qualità con il potenziale di pagare o far crescere i dividendi in modo sostenibile. Non ci aspettiamo che questi titoli raggiungano rendimenti di prim’ordine in un determinato anno, un’impresa rara per gli investimenti a lungo termine. I titoli che ci piacciono tendono ad avere rendimenti più costanti grazie alla crescita degli utili e dei dividendi, con l’obiettivo di garantire una rivalutazione del capitale a lungo termine.

Per trovare aziende con questo profilo di rischio/rendimento, gli investitori devono guardare oltre i rendimenti dei dividendi e approfondire i fondamentali dell’azienda. Grazie a una rigorosa analisi titolo per titolo, siamo in grado di costruire un portafoglio con le migliori idee azionarie dal nostro set di opportunità globali.