Opportunità nella rivoluzione della decarbonizzazione

Benedict Buckley, portfolio analyst di ClearBridge Investments, parte del Gruppo Franklin Templeton -

Elementi chiave da ricordare

  • Gli interventi di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico rivoluzioneranno molti settori, creando sia vincitori che vinti, poiché l’adeguamento delle condizioni di mercato e delle politiche si ripercuote sui modelli di business, sulle dinamiche competitive, sugli sviluppi tecnologici e sulle decisioni di allocazione del capitale.
  • L’ondata di impegni governativi nei confronti del Net Zero e i progressi tecnologici che fanno diminuire i costi delle soluzioni di decarbonizzazione sono pilastri fondamentali della tesi di investimento a favore della decarbonizzazione, mentre le sfide da affrontare riguardano l’interconnessione della rete, la concessione di licenze per i progetti, la disponibilità di materie prime, la giustizia climatica e la deglobalizzazione.
  • Oltre a cercare i vincitori nei settori maggiormente interessati dalla decarbonizzazione, i gestori attivi possono incoraggiare le società in portafoglio ad apportare cambiamenti specifici che portino a riduzioni effettive delle emissioni.

Da un lato la decarbonizzazione sta suscitando un dibattito sempre più acceso sulla sua urgenza e fattibilità, mentre i governi e le aziende continuano a impegnarsi per raggiungere l’obiettivo Net Zero. Dall’altro sta stimolando l’innovazione in molti settori, con le industrie che mirano a ridurre le emissioni di carbonio pur consentendo all’economia globale di prosperare.

Decarbonizzare, in parole povere, significa ridurre a zero le emissioni nette annuali di carbonio dell’economia globale. Realizzando questo risultato entro il 2050 potremmo raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5° e ci aiuterebbe a evitare gli effetti peggiori del riscaldamento globale (Figura 1).

Una parte significativa dell’economia globale ha assunto l’impegno di realizzare l’obiettivo di Net Zero: circa il 92% del PIL mondiale, che rappresenta l’88% delle emissioni globali e l’85% della popolazione mondiale si è prefissata di raggiungere il Net Zero (Figura 2). La maggior parte dei paesi ha fissato il 2050 come data entro cui raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio, mentre altri si sono prefissati date precedenti (Germania e Svezia puntano al 2045) o successive (l’obiettivo della Cina è il 2060 e quello dell’India il 2070).

La tesi d’investimento a favore della decarbonizzazione

L’ondata di impegni governativi verso Net Zero è un pilastro fondamentale della tesi d’investimento a favore della decarbonizzazione. L’altro pilastro fondamentale è il cambiamento tecnologico, che continua a far scendere i costi delle soluzioni di decarbonizzazione. La decarbonizzazione è un tema secolare fondamentale che avrà implicazioni a lungo termine sull’economia globale. Essa spingerà un’immensa mole di investimenti: per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima sono necessari tra i 3.000 e i 4.000 miliardi di dollari all’anno a livello globale. Secondo BloombergNEF (BNEF), nel 2022 sono stati investiti circa 1.100 miliardi di dollari in energia pulita (Figura 3). Sebbene si tratti di un aumento impressionante, pari al 31%, rispetto al 2021, questi tenori di investimento devono ancora triplicarsi per raggiungere il traguardo del Net Zero, quindi ci aspettiamo che il livello di investimenti aumenti nel tempo. È importante notare che questi investimenti riguarderanno più settori.

Esiste una chiara opportunità per le imprese: le aziende in grado di risolvere le sfide della decarbonizzazione saranno premiate, in quanto esistono ampi mercati di riferimento per le società che innovano e trovano modi nuovi per svolgere pressoché tutte le attività economiche con minor emissioni di carbonio. Questo include il potenziamento delle tecnologie esistenti e la commercializzazione di nuove tecnologie; secondo l’analisi della Bank of America, entrambi sono necessari all’incirca nella stessa misura.

In quali settori della decarbonizzazione si può investire oggi?

In generale, esistono sei componenti della transizione energetica (Figura 4). La prima grande transizione verso la decarbonizzazione si sta verificando nel settore energetico, dove l’eolico e il solare stanno sostituendo il gas e il carbone. Sebbene in alcune giurisdizioni vi siano politiche che incoraggiano questa transizione, essa è guidata principalmente dall’economia, poiché i progressi tecnologici stanno abbassando il costo livellato dell’energia prodotta dall’eolico e dal solare (Figura 5).

Anche in presenza di aumenti temporanei dei costi delle energie rinnovabili sotto forma di tassi d’interesse più elevati, il divario rispetto alla generazione di energia da combustibili fossili continua ad aumentare a causa del rapido aumento dei prezzi del carburante e del carbonio. I progetti eolici e solari onshore di nuova costruzione sono ora inferiori di circa il 50% rispetto ai benchmark globali di BNEF per le nuove centrali a gas e a carbone. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a riduzioni esponenziali dei costi dell’eolico (~50%) e del solare (~90%). Queste due rinnovabili sono attualmente le forme di energia più economiche in Paesi che contano due terzi della popolazione mondiale e rappresentano il 90% della generazione mondiale di elettricità.

Di conseguenza, molti settori offrono modi per investire nella decarbonizzazione, tra cui: mobilità, energie rinnovabili e stoccaggio, efficienza degli edifici, prodotti ed efficienza industriale, cibo e agricoltura, tecnologia, software e materiali. All’interno di quest’ampia gamma di settori, vi sono molti modelli di business diversi a diversi stadi di maturità, il che suggerisce la necessità di essere selettivi. I settori chiave per la decarbonizzazione includono:

Energia rinnovabile e stoccaggio. Questo settore include la catena di valore dell’energia solare, con i pannelli solari dominati dai fornitori cinesi, grazie alla disponibilità di polisilicio a basso costo in Cina. Vi è probabilmente una maggiore differenziazione tra le altre parti della catena di valore dell’energia solare, come gli inverter solari (il “cervello” del sistema) e altri componenti elettrici, nonché il software necessario per gestire un impianto solare. Lo stoccaggio dell’energia è meno maturo rispetto al solare e all’eolico, ma sta crescendo rapidamente: le batterie stanno iniziando a svolgere un ruolo critico nello stabilizzare la rete e nell’attenuare l’intermittenza delle fonti rinnovabili.
Mobilità. L’industria automobilistica continuerà a subire sconvolgimenti e a creare nuovi vincitori e perdenti con la transizione dai veicoli con motore a combustione interna (ICE) ai veicoli elettrici (EV). Oltre ai produttori di veicoli elettrici di marca, anche le aziende che producono connettori e altri componenti elettrici per le automobili trarranno vantaggio dal passaggio ai veicoli elettrici, in quanto hanno un contenuto elettrico più elevato per ogni auto e rappresentano un’opportunità di guadagno due volte superiore a quella di un’auto tradizionale.1 Anche i semiconduttori per la conversione di potenza e le capacità di rilevamento vedranno una maggiore domanda nei veicoli elettrici, con quantità raddoppiata di semiconduttori rispetto a quella di un veicolo ICE.2 Tra i perdenti potrebbero esserci le aziende aftermarket automobilistiche, dato che i veicoli elettrici hanno un numero di componenti decisamente inferiore e richiedono meno manutenzione. Stanno emergendo alcuni settori correlati, anche se i modelli di business non sono ancora collaudati, come le aziende di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici e le tecnologie alternative come le celle a combustibile a idrogeno.
Materiali. Il rame e i minerali di terre rare svolgeranno un ruolo importante nella transizione energetica. L’elettrificazione richiede grandi quantitativi di rame, per trasportare l’elettricità, e di materiali per le batterie, come il cobalto e il litio, per immagazzinarla. I veicoli elettrici richiedono quasi tre volte più rame rispetto ai veicoli ICE3, mentre l’energia solare ed eolica richiedono da due a sei volte più rame rispetto a carbone, gas naturale e idrogeno4 . Allo stesso tempo, l’estrazione di questi minerali comporta notevoli rischi ambientali e sociali che devono essere gestiti.

Sfide principali della decarbonizzazione

Se da un lato vi sono chiare opportunità legate alla decarbonizzazione, dall’altro vi sono anche delle sfide da prendere in considerazione. Le aziende in grado di affrontare e aiutare a superare queste sfide possono intravedere interessanti opportunità di mercato.

Interconnessione della rete e concessione di licenze per i progetti. L’allacciamento alla rete di un progetto di energia rinnovabile può rappresentare una sfida per lo sviluppo di quest’ultima. Attualmente, negli Stati Uniti ci sono 1.900 progetti di energia rinnovabile in attesa di interconnessione5 mentre la Federal Energy Regulatory Commission (FERC) sta cercando di riformare le procedure di interconnessione per accelerare il disbrigo degli arretrati. Nel frattempo, la concessione di licenze continua a rappresentare un problema per i progetti delle rinnovabili e per le linee di trasmissione aggiuntive necessarie per portare l’energia dalla fonte ai grandi centri di domanda come le città; entrambi possono incontrare una forte opposizione locale da parte dei residenti.

Disponibilità di materie prime. Le tecnologie per l’energia pulita, come i pannelli solari, le turbine eoliche, le batterie e i motori elettrici, richiedono più minerali critici rispetto alle tecnologie convenzionali che stanno sostituendo. Ciò significa che la transizione verso l’energia pulita comporterà un aumento significativo della domanda di elementi come rame, litio, nichel, cobalto e terre rare. Di fatto, per raggiungere il Net Zero a livello globale entro il 2050, nel 2040 sarà necessario un input di minerali fino a 6 volte superiore rispetto a quello attuale.6 Ciò crea sfide significative, poiché alcuni di questi materiali hanno una disponibilità geografica limitata e la loro produzione comporta rischi ambientali e sociali significativi. Assicurarsi una quantità sufficiente di minerali critici per consentire la decarbonizzazione è un ostacolo fondamentale per raggiungere il Net Zero.

Giustizia climatica. Il concetto di “giustizia climatica” racchiude due aspetti. In primo luogo, i Paesi subiscono livelli diversi di disruption a causa degli impatti fisici del cambiamento climatico, come l’innalzamento del livello del mare o l’aumento di eventi meteorologici come inondazioni, incendi e siccità. Il costo sostenuto per rispondere a eventi meteorologici estremi può essere un onere significativamente maggiore per i Paesi con economie più piccole che possono permettersi meno investimenti.

Sebbene il cambiamento climatico stia già accentuando le difficoltà di persone vulnerabili in Paesi di tutto il mondo, la transizione verso un’economia Net Zero non sarà politicamente praticabile (o moralmente accettabile) se la transizione acuirà ulteriormente le disuguaglianze esistenti, per esempio portando i costi dell’energia a tariffe inaccettabili. Questo aspetto viene talvolta definito come la necessità di una “transizione giusta”. Un terzo delle famiglie statunitensi si trova già ad affrontare una qualche forma di povertà energetica, sia che si tratti di bollette energetiche inaccessibili, di rinunciare a beni di prima necessità come cibo e medicine, o dell’incapacità di mantenere una temperatura sana nella propria abitazione.

La chiusura delle industrie ad alta intensità di carbonio, come ad esempio l’estrazione del carbone, avrà un impatto anche su alcune comunità che probabilmente dovranno essere sostenute durante la transizione. Per esempio, negli Stati Uniti, l’Inflation Reduction Act prevede ulteriori incentivi per la costruzione di progetti di energia pulita o di impianti di produzione in tali comunità, con la speranza che queste possano ricevere alcuni dei benefici economici derivanti dalla diffusione di tecnologie a bassa intensità di carbonio.

Deglobalizzazione. Ci sono diversi sviluppi geopolitici tra loro correlati che stanno provocando un’inversione di tendenza della globalizzazione. Stiamo assistendo a un aumento delle tariffe commerciali e a politiche industriali nazionali che privilegiano la produzione nazionale per settori chiave come i semiconduttori e l’energia. Tuttavia, affinché la decarbonizzazione avvenga al ritmo necessario per raggiungere il Net Zero entro la metà del secolo, è necessaria una maggiore, e non minore, cooperazione internazionale. A tal fine, l’Agenzia Internazionale per l’Energia e l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) chiedono standard comuni, condivisione di tecnologie e rimozione delle barriere commerciali.

Il ruolo dei gestori attivi: cercare investimenti solidi e impegnarsi per il cambiamento

Oltre a cercare i vincitori nei settori maggiormente interessati dalla decarbonizzazione, i gestori attivi possono incoraggiare le società in portafoglio ad apportare cambiamenti specifici che portino a riduzioni effettive delle emissioni.

Anche se la maggior parte delle aziende non vende prodotti che riducono direttamente le emissioni, tutte le imprese possono svolgere un ruolo nell’affrontare il cambiamento climatico modificando il loro modo di operare. Le aziende sono importanti utilizzatori di energia e le loro decisioni di acquisto fanno la differenza (Figura 6).

Le società sono diventate uno dei principali motori della domanda di energia rinnovabile. Gli accordi per la fornitura di energia da fonti rinnovabili (PPA) offrono alle aziende una visibilità dei prezzi a lungo termine e aiutano a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Una gestione attiva efficace può includere il coinvolgimento del management aziendale per condividere e promuovere le best practice, nonché il voto per delega per incoraggiare un’azione climatica più ambiziosa, ove pertinente.

Sintesi

Un’ampia combinazione di politiche normative, decisioni strategiche da parte delle aziende, innovazione tecnologica e iniziative degli investitori sta sostenendo la tesi di investimento a favore della decarbonizzazione, guidando il cambiamento in diversi settori. ClearBridge si è attivata per favorire queste tendenze positive ed è anche ben posizionata per trarne vantaggio, investendo in imprese che consentono la transizione e impegnandosi con le aziende per aiutarle a prosperare e creare valore nel lungo periodo.