Tra IA e la raccolta di capitali: lo stato del settore tech

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I dati segnalano come il ramo tecnologico in Europa sia estremamente promettente, con oltre 100 miliardi investiti nel 2022. Per dare un contesto, questa cifra è pari a 6 volte gli investimenti dei fondi di venture in compagnie tech private nel 2015 e 16 volte rispetto al 2010. Allo stesso tempo, ci aspettiamo una leggera flessione di questo dato per l’anno corrente, in risposta all’evidente stress a cui è sottoposta l’industria finanziaria così come la generale incertezza geopolitica attuale e le relative conseguenze su crescita del PIL e inflazione. Tuttavia, riteniamo che il settore sia in una situazione più solida rispetto a un decennio fa in quanto abbiamo notato come una importante fetta dei fondatori di aziende di successo del passato siano rientrati nel settore, fondando nuove compagnie, o unendosi a fondi di Venture Capital.

D’altro canto, invece, la situazione geopolitica attuale desta preoccupazioni per quanto riguarda la questione del reperimento di capitali. A tal proposito, nella nostra analisi abbiamo suddiviso le diverse società in tre macrocategorie in base alla propria dimensione: la prima riguarda quelle in fase avanzata, con valutazioni di oltre 2 miliardi di dollari, che ai nostri occhi non dovrebbero riscontrare grossi problemi. Queste, infatti, sono state sostanzialmente finanziate lo scorso anno, e quindi ora si trovano a dover gestire le spese. Per queste prevediamo buone chance di OPA nel 2024 così come forti probabilità di operazioni M&A. La seconda macrocategoria è quella delle società di dimensione intermedia, valutate tra i 200 milioni e i due miliardi: questa sarà a nostro avviso il settore che soffrirà maggiormente della crisi attuale in quanto necessitano di investimenti cospicui (50-100 milioni) e di conseguenza gli investitori sono attualmente più cauti e selettivi e necessitano fortemente di vedere il potenziale di crescita della compagnia. Infine, le compagnie in fase iniziale non riteniamo affronteranno difficoltà troppo ingenti nell’assicurarsi finanziamenti in quanto non necessitano grandi quantità di capitale.

Ovviamente non si può parlare di tech senza nominare l’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda le applicazioni di questa tecnologia nel mondo della finanza, prevediamo un focus particolare per migliorare produttività ed efficienza dei dipendenti, e allo stesso tempo minimizzare i loro errori. Sotto un punto di vista di applicazione, ciò dovrebbe essere semplice in quanto sarà necessario semplicemente integrare questi nuovi software nei propri sistemi. Massimizzare la scalabilità di questa tecnologia significherebbe rendere accessibili e comprensibile a un pubblico molto più vasto molte informazioni, e la chiave di volta per ottenere ciò – obiettivo, dunque, di tutte le maggiori compagnie – si trova nel perfezionamento dei comandi da inserire nelle varie piattaforme. Allo stesso tempo, l’IA ha già dato dimostrazione della propria pericolosità nelle mani sbagliate e unita agli attuali problemi riguardanti la privacy dei dati (e.g. il divieto in Italia) rende una sfida trovare il giusto equilibrio tra cautela e innovazione.