La “moderata credibilità” della Fed avvicina la recessione? L’India prossima al sorpasso sulla Cina

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I timori di recessione stanno diminuendo la propensione al rischio nei mercati. La Federal Reserve ha annunciato un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse, che potrebbe aumentare la possibilità di un calo del PIL. Ad ogni modo, molti analisti pensano che entro dicembre 2023 la Fed abbasserà i tassi (ma sarà cosi?), supportando il mercato azionario. Gli investitori stanno riducendo la loro esposizione a strumenti rischiosi, per il periodo più lungo dal 2015 (grafico sopra rappresentato). Con un flight to quality, spostano il capitale da obbligazioni rischiose con rendimenti alti, a titoli di Stato e obbligazioni investment grade. Diminuiscono gli investimenti nei settori ciclici, e aumentano quelli nei settori difensivi come la sanità e i servizi pubblici. Lo sviluppo di questo processo dipenderà in gran parte dall’inflazione.

I dati di aprile mostrano un’inflazione al 4,9%, la più bassa in due anni, che però rimane a livelli troppo elevati. I mercati si aspettano un taglio dei tassi d’interesse, ma la Federal Reserve ha annunciato che non succederà. La moderata credibilità della Fed crea incertezza, ostacolando i mercati. Se l’inflazione continuerà ad essere elevata, altri rialzi potrebbero causare una recessione. Un rialzo, o l’effetto dei rialzi precedenti senza un conseguente abbassamento dei tassi, potrebbe causare problemi alle banche regionali, che non si sono riprese dai crolli di marzo. Ne conseguirebbe un’ulteriore riduzione del credito, particolarmente per le aziende più piccole, che stanno già sottoperformando rispetto alle società più grandi. Inoltre, le valutazioni delle azioni sono alte, con un rapporto prezzi-utili del 17,8 per l’S&P500 rispetto al 16,8 di media storica. Questo indica l’ottimismo degli investitori, ma potrebbe creare problemi in caso di recessione, quando i prezzi calano. Ad ogni modo, la diminuzione del rischio non rappresenta un distanziamento dal mercato azionario. La porzione dei portafogli investita nelle azioni rimane ancora sopra il trend a lungo termine per gli investitori istituzionali. Inoltre, le trimestrali delle aziende hanno dimostrato in media utili sopra le aspettative, e il consumo rimane solido. Il prossimo futuro del mercato azionario verrà anche determinato dall’abilità delle aziende nel dimostrare la solidità dei loro business. Molte hanno chiesto prestiti a tassi bassi, ma variabili, durante la pandemia. Altre avevano emesso obbligazioni che non scadranno per anni, proteggendole dall’aumento dei costi del rimborso del debito. Siamo in un mercato senza precedenti, il che rende più complesso prepararsi al futuro.

L’INDIA CONTINUA A DARE SEGNALI POSITIVI

L’aumento del numero di aziende indiane e del PIL di questo Paese supportano le aspettative del FMI, che nel 2023 prevede una crescita economica globale composta per metà da India e Cina. L’inflazione indiana è scesa dal 5,6% al 4,8% dal mese scorso, il che dà segnali positivi per l’economia, dato che potrebbe portare al termine della politica monetaria restrittiva. Infatti, la Reserve Bank of India ha già annunciato uno stop ai rialzi dei tassi d’interesse per il mese di aprile. Questo ha portato a un calo dei rendimenti delle obbligazioni e ad un aumento dell’ottimismo delle aziende. Inoltre, ad aprile, il settore dei servizi indiano ha avuto il tasso di crescita più rapido degli ultimi 13 anni. Il PMI dei servizi, secondo l’S&P Global India, è arrivato a 62, indicando un’espansione (grafico sopra rappresentato).

Questo è particolarmente positivo per il Paese, dato che i servizi contribuiscono a più del 50% del PIL, supportando la forza dell’economia rispetto a nazioni che dipendono maggiormente dal settore manufatturiero. Quest’ultime sono a rischio dato il peggioramento del commercio internazionale. Il settore finanziario e quello assicurativo hanno beneficiato dalle crescite più significative. Oltre a questi dati economici promettenti, secondo le Nazioni Unite, la popolazione indiana supererà quella cinese a metà 2023. Certi economisti pensano che questo cambiamento demografico renderà il mercato azionario indiano più attraente di quello cinese.

L’ipotesi è supportata dall’età della popolazione secondo l’MO ratio. L’MO ratio misura il rapporto tra il numero di persone di età media, dai 40 ai 49 anni, e quelle di età tra i 60 e i 69 anni. In sintesi, approssima la proporzione tra le persone che stanno risparmiando e investendo per il futuro e quelle che stanno ritirando capitale dai mercati da spendere durante la pensione. Un rapporto alto significa che ci sono relativamente più investitori, generando flussi di capitale per i mercati e abbassando i tassi d’interesse.

Questo porta a un valore attuale degli utili e dei dividendi delle aziende più elevato. L’MO cinese crollerà entro il 2050, mentre quello indiano diminuirà, ma in maniera più ridotta. Di conseguenza, la crescita economica dell’India, prevista al 5,4% nel 2023, insieme alla crescita demografica, creano aspettative positive per i mercati del Paese. Anche se bisogna tenere conto di altri fattori politici ed economici, come il mercato del lavoro ancora in via di sviluppo, l’India può essere un’opportunità attraente per gli investitori.