GAM: notte di mezza estate, tornano i rendimenti obbligazionari

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Per gli abitanti dell’emisfero settentrionale, il solstizio d’estate segna il giorno più lungo e la notte più breve dell’anno. È uno dei fenomeni astronomici più osservati nell’antichità, la vigilia della festa di San Giovanni era la notte delle streghe, la notte dei misteri che ispirò a Shakespeare il “Sogno di una notte di mezza estate”. In questa mid-summer però, i misteri sono molto concreti e reali, le dinamiche del potere in Russia hanno avuto un brusco cambio di direzione, un’inattesa accelerazione di difficile interpretazione e comprensione. Gli eventi che si stanno manifestando in queste ore confermano quanto alcuni (pochi) analisti dicevano un anno fa: l’esito della guerra sarebbe stato deciso dagli equilibri di potere a Mosca. Cambiano gli equilibri del potere ma le informazioni disponibili si scompongono in un gioco di specchi, nessuno può dire con sicurezza chi sia più forte e chi più debole, quanto di ciò che appare sia reale e quanto invece resti celato. Se si verificassero nuovi colpi di scena e le condizioni dovessero deteriorarsi, i Treasury e i bond governativi costituiranno il luogo della sicurezza.

Proprio come accadde nel 2022, l’eventuale destabilizzazione della Russia potrebbe avere ulteriori implicazioni nella produzione energetica del paese e ricadute sulle sue partnership energetiche internazionali, con la Cina prima di tutto. I prezzi del gas hanno immediatamente registrato le tensioni politiche.

La notte di mezza estate segna un passaggio anche nei mercati finanziari. Le borse hanno celebrato il solstizio con una delle peggiori settimane degli ultimi mesi, nei quali le performance sono state generose a dispetto di un appuntamento con la recessione spostato via via in avanti nel tempo.

L’alba della seconda metà dell’anno presenta segnali che fanno intravedere un andamento molto diverso. Il “poker di banche” è diventato una scala reale: dopo la Bank of Canada, la Bank of Australia, la Federal Reserve, la Banca Centrale Europea, anche la Banca Nazionale Svizzera, la Banca Centrale di Norvegia e la Bank of England hanno aumentato il tasso di riferimento. La priorità dei banchieri centrali è riportare l’aumento dei prezzi sotto controllo, anche a costo di innescare una recessione e sopportare discese dei prezzi di borsa. E la recessione sembra più vicina.

Le notti di mid summer dividono l’anno in due fasi, entriamo in un regime economico diverso, tornano i rendimenti obbligazionari e le alternative alle azioni, l’approccio TINA perde l’appeal che ha mantenuto per così tanto tempo. Il rischio dell’investitore è che le prossime azioni delle banche centrali alimentino l’ulteriore crescita dei rendimenti che, per il peculiare meccanismo delle obbligazioni, vorrà dire una perdita in conto capitale. Teniamo però conto che questi livelli di rendimento sono i più alti da molti anni. I dati sui flussi monitorati da Morningstar evidenziano il ritorno dell’interesse verso le obbligazioni, in maggio oltre dodici miliardi di euro di afflussi netti nei fondi obbligazionari in Europa, settimo mese consecutivo di flussi positivi contro il calo di un miliardo di euro nei fondi azionari, il maggiore dall’ottobre dello scorso anno.

È la forza del rendimento, il ritorno dell’alternativa alle azioni consegna l’acronimo TINA alla cronaca e rende giustizia ai portafogli bilanciati e ben diversificati.