Come evitare scottature al portafoglio

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La storia finanziaria è costellata di estati roventi, non solo per le temperature. L’inflazione inglese corrobora la tendenza manifestata dal calo dell’inflazione negli Stati Uniti, sembra che le pressioni sui prezzi si stiano finalmente attenuando.

La storia dei mercati finanziari è costellata di estati roventi, l’esperienza insegna a restare vigili anche in queste settimane. Fino ad oggi il 2023 è stato un anno generoso con gli asset finanziari, le banche centrali sembrano aver avuto ragione, hanno preservato l’attività economica e curvato l’inflazione, il dato inglese corrobora la tendenza manifestata dal calo dell’inflazione negli Stati Uniti, sembra che le pressioni sui prezzi si stiano finalmente attenuando.

Il rallentamento dell’inflazione ha preservato l’ottimismo dei consumatori americani, in luglio il sentiment tracciato dall’Università del Michigan è aumentato del 13%, terzo mese consecutivo di miglioramento e il più grande avanzamento su base mensile dal 2006.

Con molta probabilità, la Federal Reserve interverrà ancora sui tassi nella riunione di questa settimana ma l’attenzione del mercato è già oltre, ci si interroga sul soft landing e se altri aumenti saranno davvero necessari. I futures sui Fed Funds hanno aumentato le probabilità di un nuovo aumento dei tassi in novembre ma il consensus stima un ultimo aumento in luglio e il mantenimento fino al 2024, quando cominceranno i tagli. Fino a una manciata di settimane fa i primi tagli erano previsti entro la fine del 2023.

Il caldo torrido colpisce anche la Cina ma correnti gelide avvolgono la sua economia. Nella regione nordoccidentale dello Xinjiang è stata rilevata la temperatura record di 52,2°C e il Pil del secondo trimestre è stato di 6,3% su base annua, sotto le attese di oltre il sette percento. La crescita trimestrale è stata dello 0,8%, in marcato calo rispetto al 2,2% del primo trimestre. Venti freddi anche sui flussi finanziari: nello scorso febbraio con il pallone-spia è stato abbattuto anche il sentiment verso il mercato azionario cinese, gli afflussi netti dall’estero verso le economie emergenti asiatiche hanno superato quelli verso la Cina, c’è delusione per la ripresa, prima la frenata causata dalle dure misure di contenimento del Covid-19 poi l’affievolimento della ripartenza. In attesa che la Cina torni a crescere, i flussi si stanno orientando verso gli altri paesi dell’area e verso l’India.

Un segnale da tenere d’occhio è l’indebolimento del renmimbi. I prezzi alla produzione sono scesi a giugno del 5,4% rispetto a un anno prima e dello 0,8% rispetto al mese precedente, l’inflazione dei prezzi al consumo è stata piatta in giugno e la crescita del Pil nominale, inferiore alla crescita del Pil reale, è un segnale di possibile deflazione. La debolezza della valuta cinese e del biglietto verde danno forza ai mercati emergenti e all’euro, movimenti valutari che non si vedevano da tempo e che, annota David Dowsett di GAM Investments, “potrebbero essere importanti per le decisioni delle banche centrali”.

L’eccesso di esposizione a scommesse direzionali aumenta il rischio di scottature nei portafogli. L’esperienza ha affinato i rimedi: per gli arrossamenti causati da troppo sole ci sono le soluzioni della nonna, farina d’avena, aceto, impacchi al tè verde o allo yogurt, l’aloe. Per evitare le scottature nei portafogli ci sono poche, buone regole di comportamento tra le quali, lo ricordiamo ad abbondanza, la diversificazione e la conferma della tolleranza al rischio.

Quest’ultimo è un principio familiare a tutti i risparmiatori o, perlomeno, a coloro assistiti dalla consulenza professionale. Il paradosso però è che la propensione al rischio dichiarata tende ad aumentare in fasi di mercato espansive e ad assottigliarsi nelle fasi negative. Un paio di parametri possono aiutare a stabilire con buona approssimazione la vera “soglia del dolore”:

l’orizzonte temporale: per quanto tempo ci si può privare delle somme investite. Quanto più un investimento è rischioso, tanto più tempo sarà necessario per assorbirne la maggiore volatilità. Warren Buffet ricorda che “non ho mai provato a fare soldi con il mercato azionario, compro come se la borsa chiudesse domani e non riaprisse per i successivi cinque anni”;
stabilire l’importo massimo che si è disposti a perdere: ragionare sulle possibili perdite è sempre delicato ma è anche un modo diretto per evitare future delusioni e incomprensioni. “Se pensi di essere tra coloro che nei momenti di panico vendono tutto, dovresti evitare l’investimento in azioni” ammonisce Peter Lynch.

La tolleranza al rischio e gli obiettivi di investimento sono le fondamenta sulle quali costruire la “piramide degli investimenti”, empirico strumento per dotarsi di portafogli ragionevolmente diversificati per fonti di rischio e obiettivi. La struttura della piramide aiuta a comprendere le scelte di investimento con la capacità di rischio, il portafoglio equilibrato è il risultato della combinazione di attività a rischio crescente.

Alla base della piramide c’è l’obiettivo della protezione. Qui vengono compresi gli strumenti che difendono dal rischio di perdite finanziarie e gli strumenti assicurativi tradizionali. Nella base della piramide troviamo il controllo dell’indebitamento (le carte di credito!) e la graduale riduzione dei mutui. Vanno inseriti nella base anche gli investimenti a basso rischio come la liquidità o gli strumenti equivalenti.

La seconda porzione della piramide è composta dagli strumenti di investimento a rischio medio, con aspettative di rendimenti ragionevolmente stabili e la possibilità di rivalutazione del capitale.

La terza porzione della piramide comprende gli investimenti più rischiosi, potenzialmente in grado di produrre rendimenti elevati ma di calare in caso di flessioni del mercato. Costituiscono la parte più piccola della piramide così che le eventuali perdite non facciano soffrire l’intero portafoglio. Per la stessa ragione ci sono gli investimenti con l’orizzonte temporale più lungo.

La cuspide della piramide ha una seconda funzione, comprende anche quella parte residuale del patrimonio destinata all’attività di trading.

Stessa spiaggia stesso mare: un altro accorgimento per evitare scottature al portafoglio è evitare di condividere con eccessiva sicurezza l’ottimismo di chi pensa che le cose possano solo andare bene o, parimenti, lasciarsi condizionare dagli eccessi di pessimismo. Non è una raccomandazione all’approccio del “bastian contrario” (“contrarian”) quanto un invito a costruire le allocazioni del portafoglio secondo il criterio dell’anti-vulnerabilità di cui parla il professor Paolo Legrenzi: non possiamo annullare l’incertezza ma possiamo prevenirla o attenuarne gli effetti con gli strumenti assicurativi verso i rischi identificabili e con la diversificazione come protezione contro l’ignoto.

E sempre il professor Legrenzi ricorda quanto sia importante il ruolo giocato dalle emozioni nelle fasi di breve periodo dei mercati; partiamo dunque per le vacanze tenendo a mente che la piramide del portafoglio è costruita per i tempi lunghi, quelli rispettosi degli obiettivi di investimento e dei fondamentali economici.