La qualità del credito è inferiore di quanto il mercato creda, probabile ripresa delle insolvenze

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Secondo l’ultima analisi di Janus Henderson Investors, la qualità delle emissioni di credito societario è inferiore di quanto il mercato stia attualmente valutando. I dati trimestre su trimestre mostrano un ampio deterioramento, seppur poco profondo, che suggerisce che le insolvenze potrebbero aumentare nella seconda metà dell’anno, anche se il ritmo delle stesse è più lento rispetto ai cicli precedenti.

Una pausa stagionale nelle emissioni primarie potrebbe sostenere i mercati a breve termine, ma la ricerca suggerisce che gli standard di prestito più stringenti, i costi di rifinanziamento più elevati e il rallentamento dell’economia avranno gradualmente il loro peso sulla qualità del credito.

L’ultimo Credit Risk Monitor di Janus Henderson analizza gli indicatori fondamentali e macroeconomici delle società con un sistema a semaforo per indicare in quale fase del ciclo del credito ci troviamo e come posizionare i portafogli di conseguenza. Gli indicatori chiave monitorati (“Flusso di cassa e utili”, “Carico di debito e servizio” e “Accesso ai mercati dei capitali”) rimangono tutti in rosso per il quarto trimestre consecutivo.

Janus Henderson Credit Risk Monitor

Jim Cielinski, Global Head of Fixed Income di Janus Henderson Investor, afferma:

“Nell’ultimo trimestre sia “orsi” che “tori hanno di che parlare. I ribassisti potrebbero porre l’accento sulla debolezza degli indicatori economici principali, l’inflazione di fondo persistente e il deterioramento delle metriche del credito; i rialzisti potrebbero controbattere con un mercato del lavoro forte, un’inflazione di base in calo e consumi robusti. Con il ridimensionamento dei timori di una recessione, i mercati hanno valutato un ciclo di insolvenze creditizie più attenuato. Il nostro punto di vista è più cauto, in quanto ci aspettiamo che emergano altri “crediti problematici” man mano che l’impatto ritardato di una politica più restrittiva avrà effetto. Detto questo, le tempistiche potrebbero essere lunghe, dato che molte aziende non si rifinanzieranno per i prossimi uno-quattro anni, in media”.

Carichi di debiti e servizi

I carichi di debito rimangono alti

Un’inflazione elevata combinata con una robusta crescita nominale ha ampiamente protetto la qualità del credito societario, grazie alla tenuta degli utili nominali. Di conseguenza, le società altamente indebitate sono state ben isolate dalle difficoltà che normalmente caratterizzano questa fase del ciclo del credito. Tuttavia, quelle con un elevato stock di debito potrebbero subire la combinazione di costi di finanziamento più elevati in un contesto di crescita più lenta.

Accesso ai mercati dei capitali

Gli standard di prestito continuano ad inasprirsi in tutti i settori

Il nuovo contesto di calo della domanda, inflazione in diminuzione, rallentamento della crescita ma tassi reali elevati causerà un inasprimento degli standard di prestito e la disponibilità di capitale per le imprese con leva finanziaria più elevata sarà limitata. Anche l’ulteriore diminuzione della liquidità in seguito al quantitative tightening avrà un impatto sull’accesso ai capitali.

Flussi di cassa e utili

Prezzi e volume si stanno indebolendo

Nel trimestre precedente, l’inasprimento delle condizioni finanziarie e la debolezza dei dati PMI del settore manifatturiero hanno contribuito a ridurre gli utili di alcuni settori industriali. Le recenti dichiarazioni di fallimento di alcune piccole imprese potrebbero inoltre diffondersi in modo più ampio sui mercati dei capitali.

Il più ampio rallentamento della domanda dei consumatori, dovuto all’aumento dei tassi di interesse, colpirà gli utili aziendali e rivelerà le difficoltà del 10-15% delle società altamente indebitate che finora sono riuscite a rimanere a galla. L’indebolimento della crescita degli utili potrebbe creare uno shock esogeno sui flussi di cassa delle imprese.

Conseguenze sull’asset allocation

Gli alti rendimenti nello spettro del credito non dureranno per sempre

La flessibilità e l’attenta selezione del credito restano fondamentali. I rendimenti all-in appaiono oggi interessanti in tutto lo spettro creditizio, rispetto allo storico, visto che i tassi di policy sono aumentati. Tuttavia, gli investitori devono considerare l’entità dell’upside disponibile nelle emissioni a più alto rendimento, alla luce delle considerazioni sul rischio di insolvenza e sui problemi di liquidità.

Gli spread si sono ulteriormente ristretti, soprattutto nei segmenti a più alto rendimento. A meno che non si concretizzi un atterraggio morbido, i rendimenti di alcune obbligazioni sub-investment grade potrebbero non offrire un cuscinetto sufficiente per il lento aumento del rischio di insolvenza e il calo della liquidità.

Rendimenti interessanti sono disponibili in alcune delle aree più sicure del mercato, come gli asset di breve durata e di alta qualità. Tuttavia, in uno scenario di tassi d’interesse più elevati e più a lungo termine, gli investitori potrebbero preferire un atteggiamento prudente nei confronti delle società a forte leva finanziaria con una significativa esposizione al debito a tasso variabile.

Jim Cielinski agginge: “I dati tecnici stagionali possono sostenere i mercati del credito nel breve termine, ma prevediamo che la dispersione della qualità del credito diventerà più rilevante nel corso dell’anno, quando le società affronteranno il muro delle scadenze del 2025. Un approccio d’investimento selettivo e flessibile è fondamentale”.