Obbligazionario emergente: come investire per coglierne a pieno il potenziale

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Nonostante l’incertezza dell’economia globale, i mercati emergenti continuano a generare opportunità per gli investitori.

I Paesi emergenti hanno avuto un inizio d’anno positivo e i notevoli venti favorevoli potrebbero continuare a dare slancio all’asset class.

Anche se i mercati e le dinamiche economiche continuano a essere incerte e più rischiose, gli emergenti offrono opportunità durature e interessanti. In effetti, i fondi in valuta locale e valuta forte, i prestiti e i fondi absolute return sono ben posizionati per coglierne il potenziale.

Le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse con circa 18 mesi di anticipo rispetto alle banche centrali dei mercati sviluppati e questo ha contribuito a gestire e contenere l’inflazione, che ha già raggiunto il picco nella maggior parte dei Paesi emergenti e in alcuni è già in discesa.

I rialzi dei tassi hanno dato fiducia agli investitori nazionali in quei Paesi emergenti che si affidano principalmente al mercato interno per i finanziamenti. Gli investitori, quindi, dovrebbero riflettere con attenzione prima di adottare posizioni corte sulle valute con tassi d’interesse a due cifre.

Sul fronte dei bond in valute forte, mentre i rendimenti attesi sono legati al tasso di insolvenza previsto, il tasso di default rimarrà probabilmente a una cifra medio-bassa e gli investitori potrebbero essere ben compensati per l’opportunità offerta dal debito emergente. Il debito sovrano oggi rende poco meno del 9%.

Se consideriamo nel complesso due elementi positivi come i rialzi dei tassi d’interesse e i prezzi elevati delle materie prime, con rendimenti prossimi alla doppia cifra sulla valuta forte, possiamo dire che gli investitori stanno vedendo alcune interessanti opportunità d’investimento.

Nell’attuale contesto di mercato, l’approccio barbell è una strategia utile per trovare un equilibrio in questa asset class più rischiosa di altre.

Propendiamo per un sovrappeso, dunque, su tutto ciò che costituisce la parte del portafoglio che fa “dormire sonni tranquilli”, come il Medio Oriente e i titoli sovrani di alta qualità in America Latina.

Non sorprende che un altro vento favorevole per i mercati emergenti sia stato l’elevato prezzo delle materie prime. Questo è importante perché, storicamente, la maggior parte delle crisi dei Paesi emergenti è stata innescata da una crisi della bilancia dei pagamenti.

In questo caso invece, i Paesi emergenti hanno registrato un miglioramento delle dinamiche delle partite correnti. Mentre le regioni ricche di petrolio, come il Medio Oriente, ne hanno beneficiato maggiormente, anche i Paesi dell’America Latina stanno registrando un trend positivo nelle eccedenze delle partite correnti grazie all’aumento dei prezzi delle materie prime.

L’altra parte del “metodo barbell” riguarda i crediti recentemente andati in default. Se negli ultimi due anni un Paese è andato in default sul proprio debito sovrano e non ha debiti da pagare nei prossimi due anni, potrebbe offrire rendimenti interessanti, con le probabilità a breve termine di un nuovo default che rimangono basse.

Inoltre, i fondi che investono sui prestiti nei mercati emergenti si troveranno in una posizione vantaggiosa, dato che i prestiti sono legati a tassi variabili, che protegge gli investitori dal punto di vista della duration. Si ottiene quindi un premio di illiquidità a due cifre, senza il rischio di credito.