Più Biotech e meno Pharma in portafoglio

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Nel 2023 gli indici azionari globali sono in rialzo, mentre il mercato del Regno Unito ha registrato la serie di perdite più duratura da prima della pandemia. Il FTSE 100, l’indice del mercato azionario di Londra, è cresciuto dell’1,26% da inizio anno, contro una crescita del 16,19% dell’Euro Stoxx 50 (grafico sotto rappresentato). La performance negativa può essere attribuita alla situazione economica sfavorevole del Paese. Nelle ultime settimane sono aumentati i timori di stagflazione: un contesto economico caratterizzato da inflazione elevata e contrazione economica. Il rialzo persistente dei prezzi aumenta le aspettative che la Bank of England, la banca centrale del Regno Unito, continui ad alzare i tassi d’interesse. La politica monetaria restrittiva e la decelerazione della crescita economica, solo allo 0,1% nel primo trimestre del 2023, aumentano i timori di recessione e causano ribassi nei mercati.

Gli economisti prevedono una recessione per il prossimo inverno. La curva dei rendimenti del Regno Unito non era così invertita dal 2000. In un contesto economico normale, i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine sono più elevati di quelli a breve termine, dato il rischio maggiore legato alle variazioni dei tassi d’interesse. Invece i mercati prevedono che, a causa di una recessione, in futuro la BOE dovrà tagliare i tassi per supportare l’economia. Di conseguenza, i rendimenti a lungo termine sono minori di quelli delle obbligazioni che scadranno prossimamente. Inoltre alcuni analisti stimano che, considerando gli ultimi dati, l’inflazione non scenderà al target del 2% prima del 2025. Il Regno Unito ha l’inflazione più alta tra i Paesi del G7. Questo contesto impatta negativamente le aziende britanniche e in particolare quelle legate alla vendita al dettaglio, che sono influenzate maggiormente dalla riduzione dei consumi. Le politiche monetarie restrittive stanno aumentando il costo del debito: ad esempio, i tassi sui mutui ora si attestano al 6%. Di conseguenza, in media i consumatori hanno meno reddito disponibile per gli acquisti discrezionali. Le cause della situazione economica del Regno Unito sono legate a una mancanza di produttività. Secondo alcuni economisti, servirebbero almeno £500 miliardi di investimenti pubblici e privati per risanare l’economia. L’instabilità economica e politica, l’inflazione che riduce il potere d’acquisto, e gli alti tassi d’interesse, limitano anche gli investimenti delle aziende. Inoltre, la Brexit ha generato pressioni inflazionistiche, creando una mancanza di lavoratori e dunque costringendo le aziende ad alzare i salari. Il Primo Ministro vuole stimolare l’economia riducendo le tasse. Molti economisti pensano che la soluzione non sia adeguata, proponendo invece una continuazione della politica monetaria restrittiva, seguita da investimenti pubblici in settori che aumentino la produttività, come energia e trasporti.

HEALTHCARE: PHARMA, BIOTECH E MEDTECH

Nel 2022 i crolli dei mercati azionari hanno spinto gli investitori ad immettere capitale nell’healthcare, un settore tendenzialmente difensivo. I settori difensivi performano meglio nei periodi di instabilità economica, beneficiando di una domanda inelastica per i loro prodotti o servizi. Nel 2023, nonostante i timori di recessione, l’inflazione elevata e i rialzi dei tassi, i mercati mostrano aspettative relativamente positive per il futuro. Ciò può in parte spiegare perché siano diminuiti gli investimenti nell’healthcare e aumentati quelli nel tech, un settore ciclico. In particolare, quest’ultimo ha beneficiato dal boom dell’intelligenza artificiale. L’indice healthcare dello S&P 500 ha perso il 2,78% da inizio 2023, mentre il Nasdaq è cresciuto del 31,87%.

Quali sono le prospettive future per l’healthcare? Il settore farmaceutico potrebbe crescere grazie alla vendita di nuovi medicinali dimagranti, utilizzati precedentemente per il diabete. La società danese Novo Nordisk ha espanso la sua produzione, proponendo ai pazienti tre farmaci contro l’obesità: Ozempic, Wegovy e Saxenda. Inoltre, sia Novo Nordisk che Eli Lilly e Pfizer, sono nel processo di sperimentazione di pillole con dosaggi maggiori. Il titolo Eli Lilly ha un rapporto prezzi utili di 44, paragonato al 15 del Nifty Pharma Index. La valutazione elevata dell’azienda è in gran parte determinata dal farmaco Mounjaro, che però non è ancora stato approvato dai regolatori per la somministrazione per la perdita di peso. Dato che circa il 40% della popolazione USA soffre di obesità, gli analisti prevedono che questo mercato potrà generare oltre $100 miliardi di fatturato. Analizzando la totalità del settore farmaceutico, osserviamo come la severità del quadro normativo che lo circonda sia in aumento. Questo problema non affligge le aziende del biotech, che spesso hanno una capitalizzazione più bassa, e quindi sono meno controllate. Inoltre, si stima che circa $200 miliardi di brevetti delle aziende farmaceutiche scadranno entro la fine del decennio, costringendole ad acquisire aziende di biotech, produttrici di nuove medicine sperimentali. Di conseguenza, mentre nel 2022 il biotech ha sottoperformato in confronto al pharma, nel 2023 i ruoli si sono invertiti. D’altra parte, quest’anno il medtech ha avuto una performance deludente, che però è in fase di miglioramento. Nonostante gli utili del settore siano in crescita, i prezzi dei titoli stentano ad aumentare. La colpa può essere attribuita ai rialzi dei tassi d’interesse, che influenzano particolarmente il settore, composto da titoli growth. Questi ultimi hanno flussi di cassa attesi in un futuro lontano, che vengono quindi scontati maggiormente. Tuttavia, il medtech rimane un settore attraente: la sua performance e la sua redditività indicano che i prezzi azionari potrebbero salire in futuro.