Un crescente interesse per la biodiversità da governi e investitori

-

La Legge per la riduzione dell’inflazione negli Stati Uniti, un pacchetto da 400 miliardi di dollari, continua a suscitare reazioni in tutto il mondo, in particolare nell’UE con il Green Deal e Net Zero Act Now che intendono raggruppare misure per bloccare un fenomeno in corso, ovvero il fatto che alcune aziende europee stanno trasferendo le attività per sfruttare il piano USA. Ursula von der Leyen ha espresso con grande convinzione l’obiettivo dell’Europa di essere al centro di questo scenario competitivo. Indubbiamente, affinché l’Europa sia in grado di partecipare alla gara servono ingenti investimenti, oltre a un contesto politico chiaro e semplice. È fondamentale che la politica crei le condizioni per promuovere gli investimenti, l’innovazione e i posti di lavoro nell’ambito del processo di transizione verso net zero. Tali provvedimenti vengono presi in concomitanza con una serie di rapporti sui cambiamenti climatici da parte del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC). Dai rapporti emerge che il riscaldamento è già a 1,1 gradi, e la finestra per raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi si restringe sempre di più. Considerate le difficoltà che devono affrontare le regioni interessate per adattarsi all’aumento delle temperature, è importante che tali misure politiche vengano introdotte e che siano efficaci.

Per quanto concerne la natura e la biodiversità, sono tematiche che acquistano sempre più rilevanza a seguito del Piano per la biodiversità Kunming-Montreal, concordato a dicembre dello scorso anno. È stato inoltre siglato il Trattato delle Nazioni Unite sul mare aperto che definisce un quadro giuridico per le aree marine protette al di fuori delle acque territoriali nazionali. Si tratta di uno sviluppo importantissimo che dovrà poi tradursi in interventi concreti. Comunque, è indubbiamente un segnale del crescente riconoscimento dell’importanza della biodiversità. A livello corporate, è stata costituita la Taskforce sull’informativa finanziaria relativa alla natura (TNFD) che ha presentato una serie di raccomandazioni, in linea con la Task force sull’informativa finanziaria relativa al clima (TCFD).

Le 14 raccomandazioni sul modello della TCFD delineano gli effetti, la dipendenza, i rischi e le opportunità correlati alla natura. La versione definitiva delle linee guida uscirà a settembre, ma nel frattempo ci aspettiamo che i suggerimenti vengano adottati in anticipo da qualche impresa, e certamente con più velocità rispetto a quelle sul clima.

Prospettive per il futuro

Inizia la stagione delle assemblee generali. Crediamo che continueremo a rilevare un tema di cui abbiamo già parlato, ovvero il passaggio dall’informativa e dalla trasparenza all’assunzione di responsabilità. Crediamo inoltre che gli amministratori verranno considerati responsabili del loro operato in questo ambito e probabilmente continuerà la tendenza della scorsa stagione, ovvero un lieve calo del numero di voti favorevoli per i singoli amministratori. Sostanzialmente, gli investitori vogliono che amministratori e direttori esecutivi vengano considerati direttamente responsabili delle scelte fatte in determinati ambiti come la diversità o i cambiamenti climatici e, più in generale, la supervisione delle tematiche ESG, mentre si fa meno affidamento sulle delibere degli azionisti. Non crediamo che assisteremo a un calo delle delibere degli azionisti, in parte per via delle norme SEC meno rigide per cui diventa più difficile per le aziende respingere determinate delibere; tuttavia, ci aspettiamo maggiore vigilanza e un più attento scrutinio da parte degli investitori. Si presterà maggiore attenzione ai piani di transizione climatica, anche in considerazione di alcune delibere anti-ESG negli Stati Uniti, e si farà leva sui diritti degli azionisti per intervenire su diversi fronti.

Secondo, per quanto concerne la natura, abbiamo accennato alla Taskforce sull’informativa finanziaria relativa alla natura (TNFD) prevista per settembre. Nelle decisioni di investimento si farà probabilmente sempre più attenzione alla biodiversità, certamente sulla scorta dei progressi fatti nell’informativa sulla natura e sulla biodiversità. Crediamo che anche i governi mostreranno maggiore interesse per il “mercato” della natura. Una delle aree di interesse degli investitori è il modo in cui si può investire nella natura come asset class. Il governo britannico ha di recente presentato un piano per definire un quadro politico per trasformare la natura in un’asset class, concentrandosi sul ruolo dei crediti sul clima e sulla natura nell’ambito dell’ecosistema degli investimenti nella natura.

Infine, possiamo aggiungere una considerazione sui fornitori di rating e dati ESG: la qualità dei dati diventa critica, soprattutto in riferimento all’informativa sulla sostenibilità nei servizi finanziari, per cui ci aspettiamo la divulgazione di informazioni di rilievo a metà anno sugli effetti negativi per la sostenibilità (PAI). C’è l’intenzione di far rientrare questi fornitori di dati ESG nell’ambito della normativa. È una questione che è già stata esplorata in diverse giurisdizioni e che acquisterà importanza, considerata la rilevanza dei dati nell’ambito dell’applicazione della regolamentazione sulla sostenibilità finanziaria in tutto il mondo.