Pensionamento e scelte di fecondità: aumentare l’offerta di servizi per l’infanzia

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Un interessante Paper della Banca d’Italia indaga sul possibile trade off tra pensionamento dei genitori e scelte di fecondità, alla luce delle numerose riforme previdenziali che sono state poste in essere nei diversi Paesi europei.

Utilizzando una serie di dati per undici nazioni negli anni 2004-2018, l’analisi sfrutta l’eterogeneità tra Paesi per valutare se l’effetto vari al mutare della generosità delle politiche pubbliche a sostegno delle famiglie e dell’intensità dei legami intrafamiliari. La probabilità che gli individui adulti decidano di avere un figlio aumenta in modo significativo subito dopo il pensionamento di uno dei loro genitori solo nei paesi mediterranei, dove le politiche familiari sono meno favorevoli e i legami più forti, plausibilmente per la maggiore disponibilità di assistenza informale all’interno della famiglia. In particolare le stime sviluppate suggeriscono un incremento della possibilità di nascita di un nipote due anni dopo il momento in cui il genitore diventa idoneo alla pensione di vecchiaia.

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Per gli altri due regimi di politica familiare considerati, quello continentale e quello nordico, tutti gli effetti sono invece di entità molto minore e non statisticamente diversi da zero. Inoltre, osservando l’eterogeneità dell’effetto per caratteristiche individuali all’interno del regime mediterraneo, emerge come un aumento della disponibilità di servizi informali per l’infanzia sia il meccanismo più probabile alla base del risultato; l’effetto positivo è infatti guidato da quelle generazioni in cui l’anziano genitore è potenzialmente più disponibile a prendersi cura dei nuovi nipoti (ovvero gode di buona salute, vive vicino ad almeno uno dei suoi figli adulti e ha al massimo un nipote), il che significa che l’intensità dei trasferimenti temporali verso il basso è potenzialmente superiore.

Se a determinare l’effetto positivo nei Paesi del Mediterraneo è stata la debolezza delle politiche pubbliche a sostegno delle famiglie, allora una buona contromisura per limitare gli effetti collaterali delle riforme pensionistiche sulla fecondità sarebbe, ad esempio, aumentare l’offerta di servizi formali per l’infanzia. Ma se invece ciò che conta è la forza dei legami familiari, allora l’assistenza all’infanzia formale non sarebbe percepita come un sostituto adeguato dell’assistenza all’infanzia informale, e tale contromisura sarebbe molto meno efficace nel sostenere la fertilità. Appare allora necessario che vengano condotte ricerche future per affrontare meglio tale tematica, sottolinea il Paper.

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