Strategia 60-40: come approcciarla nell’attuale mercato

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Il portafoglio 60-40, 60% azionario e 40% obbligazionario, rappresenta una delle allocazioni più diffuse tra gli investitori di tutto il mondo. La strategia ha premiato per diversi anni ma, a partire dalla fine del 2021, ha subito un inevitabile arresto dovuto al rialzo dei tassi di interesse. Grazie ad un ritrovato appetito per il rischio e alle aspettative di un cosiddetto soft-landing, quindi di una stretta monetaria senza gravi impatti economici, il portafoglio 60-40 è tornato a produrre risultati soddisfacenti, seppur non eccezionali.

Tuttavia, occorre monitorare gli sviluppi a riguardo, in quanto la curva dei tassi è sensibilmente invertita e dunque una normalizzazione potrebbe impattare l’azionario: se gli investimenti privi di rischio offrono rendimenti maggiori, il premio al rischio implicito nei mercati azionari deve crescere, dunque i prezzi devono diminuire. Non ci aspettiamo correzioni violente, ma sono probabili alcune flessioni nella seconda metà dell’anno.

Il mercato sta incorporando nei prezzi delle attese su dati economici futuri e che hanno un alto grado di incertezza. Ciò implica che il mercato sarà molto sensibile ad eventuali cambi di narrativa, che potranno facilmente provocare della volatilità inattesa.  Attualmente, gli scenari macroeconomici prevalenti sono basati sull’idea di aver raggiunto un picco nei tassi di interesse, di un’economia resiliente e di un’inflazione quasi normalizzata. Tra le incognite principali restano le potenziali politiche di stimolo in Cina, la velocità di recupero del ciclo manufatturiero e le possibili sorprese sui dati in arrivo.

Un investitore conservativo può pensare di ribilanciare il proprio portafoglio 60-40 optando per azioni a bassa volatilità, che attualmente scambiano a prezzi scontati e che sono una tipica allocazione di fine ciclo. I cosiddetti laggards, titoli che si muovono con ritardo rispetto al mercato generale, iniziano a rivelarsi interessanti ad un pubblico ampio. Tra questi, le azioni bancarie potrebbero offrire una protezione in caso di ulteriori rialzi nei tassi poiché beneficerebbero da una disinversione della curva. Infine, consideriamo le obbligazioni indicizzate all’inflazione come titoli strategici, offrendo un discreto rendimento unitamente ad una protezione per uno scenario di stagflazione.