Ambiente, nelle scelte di acquisto l’ecosostenibilità crolla al 14% (-23% sul 2002)

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Comparando le rilevazioni nei quattro trimestri del 2020 con quelle del primo trimestre 2023, uno studio basato su un campione di 65.522 internauti di età compresa tra i 16 ed i 64 anni, residenti in Europa e Nord America, dimostra un crollo dell’ambientalismo.

Si tratta del Global Web Index del quale Ener2Crowd.com —la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green— si fa portavoce, mettendo in evidenza un fenomeno ancora poco conosciuto nel nostro Paese: l’Apocalypse Fatigue.

Secondo lo studio, oggi in Europa e Nord America solo il 14% dei cittadini si lascia orientare dall’ecosostenibilità nella scelta di acquisto online di un bene, con un crollo del 23% rispetto al 2020. Ed appena il 29% è interessato ai fattori ambientali (il 17% in meno rispetto al 2020).

Poi ancora il 43% preferisce i marchi ecosostenibili (-11% rispetto al 2020), per il 44% è importante aiutare l’ambiente (-10% rispetto al 2020) ed a dichiarare di “riciclare sempre” è il 45% (-9% rispetto al 2020).

Un 50% è tuttavia disposto a pagare di più per un prodotto ecosostenibile (-9% rispetto al 2020).

Nel complesso, per l’ambientalismo emerge un crollo di fiducia nel 2023, correlabile all’Apocalypse Fatigue, «quella sensazione di disagio per via dello scoraggiamento che noi tutti —ambientalisti compresi— proviamo di fronte alle notizie sul cambiamento climatico rese pubbliche dagli esperti attraverso i media» spiega Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2Crowd, Chief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).

«Ci affatichiamo a sentir parlare dei drammi ambientali che noi ed i nostri figli vivremo e rispetto ai quali ci sembra di non aver alcuna valida soluzione» sottolinea Giorgio Mottironi.

«Anche perché continuare a parlare di cambiamento climatico porta con sé due gravi controindicazioni: la saturazione di brutte notizie e la distanza dell’orizzonte temporale, perché il climate change non “fa male” ora, ma “farà malissimo” tra pochi anni, tanto male che nessuno ci vuole pensare» aggiunge Niccolò Sovico, CEO e co-fondatore di Ener2Crowd.com.

Tra meno di 50 anni —ad esempio— un terzo della popolazione si troverà a vivere in zone così calde da essere inabitabili. Ma —in fondo— oggi accade la stessa cosa con le immagini sensazionalistiche stampate sui pacchetti di sigarette: difficilmente qualcuno smette di fumare per via di quelle fotografie raccapriccianti.

«Eppure proiettarsi nel futuro ci aiuterebbe a percepire il problema come reale ed “umano” e ci farebbe capire che l’intervento è urgente e necessario» concludono gli specialisti di Ener2Crowd.com, che per dare alle persone la possibilità di investire nel proprio stesso futuro hanno creato più grande movimento finanziario di matrice sociale a favore della transizione energetica.

«Abbiamo creato un’opportunità di redistribuzione della ricchezza che si contrappone alla possibilità che la transizione si trasformi una nuova forma di “neocolonialismo green” i cui benefici rimangano nelle mani delle sole grandi potenze finanziarie, mentre tutti noi veniamo distratti da altri problemi o subiamo la pressione dello scetticismo» avverte Giorgio Mottironi.

E tale opportunità —sulla piattaforma Ener2Crowd.com— è già stata scelta da oltre 10 mila persone in Italia, con oltre 5 mila conti digitali attivi che hanno contribuito a finanziare oltre 20 milioni d euro di progetti sostenibili.