È il momento di abbandonare la liquidità e tornare alle obbligazioni?

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Inflazione elevata, tensioni geopolitiche, fallimenti bancari e persistenti timori di recessione hanno contribuito a creare uno scenario fortemente incerto e, alla luce di tutto ciò, non sorprende che alcuni investitori potrebbero voler abbandonare i mercati. Rimanere fermi può sembrare la scelta più sicura, soprattutto quando la “liquidità” offre rendimenti che non si vedevano da oltre un decennio. Tuttavia, questa strategia potrebbe rivelarsi dannosa. Stando alla nostra analisi, in un orizzonte pluriennale, per gli investitori è più utile “lottare” che “scappare”.

Il reddito fisso è lo strumento ideale a tale scopo. Infatti, è proprio durante le recessioni che le obbligazioni danno il meglio di sé: in queste fasi, il comparto trae beneficio dai tagli dei tassi di interesse effettuati dalle banche centrali e può fornire un’efficace copertura difensiva all’interno di un portafoglio più ampio.

La storia insegna

L’analisi storica può fornire indicazioni utili sull’andamento di obbligazioni e liquidità nelle diverse fasi del ciclo di mercato. Come dimostra il 2022, uno scenario di tassi in rialzo è negativo per le obbligazioni; gli investitori hanno ottenuto risultati nettamente migliori investendo in liquidità. Ma con l’avvicinarsi del picco dei cicli dei tassi a livello mondiale, abbiamo raggiunto un punto di inflessione in cui è ragionevole tornare a investire nel reddito fisso? La storia suggerirebbe una risposta affermativa. L’analisi di tutti i cicli di rialzi sostenuti verificatisi negli USA dagli anni Ottanta del secolo scorso evidenzia alcuni modelli interessanti.

1. I rendimenti di “liquidità” diminuiscono rapidamente dopo il picco del tasso sui Fed Fund

Il primo punto da sottolineare è che i rendimenti degli strumenti altamente liquidi tendono a diminuire molto rapidamente dopo l’ultimo aumento dei tassi di interesse in un ciclo di rialzi. Negli ultimi cinque cicli, il rendimento del J.P. Morgan Cash Index USD 3 Month ha evidenziato in media una diminuzione del 2,2% 18 mesi dopo l’ultimo rialzo della Federal Reserve statunitense (Fed), poiché normalmente le banche centrali tagliano i tassi per cercare di frenare il rallentamento dell’economia. Di conseguenza, gli investitori in strumenti altamente liquidi, come depositi a termine e fondi del mercato monetario, assistono a un rapido calo dei rendimenti in questa fase del ciclo.

2. La fine di un ciclo di rialzi dei tassi favorisce le obbligazioni

Dopo il picco di un ciclo di rialzi, mediamente le obbligazioni di alta qualità hanno offerto rendimenti maggiori rispetto agli investimenti altamente liquidi. Nell’arco di un periodo di tre anni, la differenza complessiva tra obbligazioni di alta qualità (rappresentate dall’indice Bloomberg US Corporate Bond) e investimenti altamente liquidi (rappresentati dal J.P. Morgan Cash Index USD 3 Month) è del 16%. Questo è stato il guadagno complessivo ottenuto da un investitore passato dalla liquidità al reddito fisso.

3. Sul mercato il tempismo è importante

Disponendo di una capacità di previsione perfetta, un investitore potrebbe allineare il passaggio al reddito fisso esattamente al punto di picco del ciclo dei tassi. Tuttavia, in base alla nostra esperienza, possiamo affermare che questa strategia di market timing è difficile, se non impossibile da attuare. Detto questo, un investitore ottiene guadagni maggiori passando “troppo presto” o “troppo tardi” dalla liquidità al reddito fisso?

Nei precedenti cicli di rialzi, gli investitori obbligazionari hanno conseguito la maggior parte dei guadagni nei primi 10 mesi dopo il picco dei tassi. Intuitivamente, ciò ha un senso – in genere, i cicli dei tassi raggiungono il picco quando si profila una recessione. Le banche centrali reagiscono con rapidità, tagliando i tassi (spesso in modo aggressivo) nel tentativo di attenuare la contrazione economica. Questo anticipa una quota significativa del vantaggio offerto dal reddito fisso in termini di rendimento.

Secondo i risultati della nostra precedente analisi, le obbligazioni offrivano un beneficio complessivo medio a tre anni del 16% rispetto alla liquidità. Il 50% di tale incremento si realizza nei primi 10 mesi successivi al picco dei tassi (si veda il grafico precedente) – stando fermi troppo a lungo si rischia di perdere questa opportunità di investimento.

Il principale insegnamento che gli investitori possono trarre è di resistere alla tentazione di aspettare il momento perfetto e che è meglio investire in anticipo che in ritardo.

Come applicare questi insegnamenti allo scenario attuale

La storia non si ripete ma fa rima con sé stessa. Attualmente, le banche centrali di tutto il mondo stanno affrontando un compito arduo: ridurre l’inflazione persistentemente elevata senza spingere le rispettive economie verso una profonda recessione. A complicare la situazione, il rischio di instabilità del sistema finanziario evidenziato dalle difficoltà delle banche regionali statunitensi emerse a inizio anno. Pertanto, i decisori politici devono essere prudenti e lasciare aperta un’ampia gamma di esiti possibili per i mercati finanziari.

Guardando al futuro, il dibattito tra i nostri analisti e gestori di portafogli obbligazionari si concentra tendenzialmente su due scenari potenziali, entrambi positivi per le obbligazioni di alta qualità:

1. l’economia rimane resiliente e le banche centrali lasciano tassi più elevati più a lungo. In questo caso, gli investitori obbligazionari continueranno a beneficiare degli attuali rendimenti elevati e del premio offerto rispetto alla liquidità.

2. L’economia entra in una profonda recessione e le banche centrali reagiscono con tagli dei tassi aggressivi. In questo scenario, la discesa dei tassi fornirebbe ulteriore sostegno ai rendimenti obbligazionari.

Uno scenario più negativo presente nel nostro subconscio è quello di una nuova accelerazione dell’inflazione, che potrebbe determinare un rialzo dei tassi e un ampliamento degli spread, sostanzialmente una replica del 2022.

Tuttavia, le probabilità che tale scenario si realizzi appaiono più remote. Pur rimanendo al di sopra dei target fissati dalle banche centrali, l’inflazione ha intrapreso una chiara traiettoria in discesa e l’effetto degli ultimi 18 mesi di rialzi dei tassi di interesse non si è ancora manifestato pienamente nell’economia. Inoltre, la debolezza del sistema finanziario ha probabilmente allontanato la possibilità di ulteriori rialzi significativi. Uno o due interventi da parte della Fed sono sicuramente possibili, ma altri 500 punti base sono meno realistici.

Inoltre, bisogna sottolineare che, se tale scenario dovesse verificarsi, l’impatto sui rendimenti obbligazionari sarebbe probabilmente minore rispetto al 2022, poiché attualmente i rendimenti sono molto più elevati rispetto a inizio 2022 e forniscono una maggiore protezione contro la diminuzione dei prezzi.

Attuali implicazioni per gli investitori

Attualmente molti investitori percepiscono gli investimenti altamente liquidi come un porto sicuro: un luogo in cui attendere la fine dell’incertezza dello scenario macro e della volatilità dei mercati finanziari. A nostro avviso, questo potrebbe rivelarsi il percorso più rischioso da intraprendere.

La storia insegna che la fine di un ciclo di rialzi dei tassi offre una straordinaria opportunità di investimento nel reddito fisso. E l’analisi dei probabili scenari che potrebbero verificarsi oggi lo conferma.

Gli investitori hanno l’opportunità di assicurarsi gli attuali livelli di rendimento interessanti e trarre potenzialmente beneficio da futuri tagli dei tassi. Per contro, gli investimenti in liquidità potrebbero determinare un ciclo di rendimenti in discesa nei prossimi anni. Molto probabilmente gli investitori potranno ottenere guadagni maggiori con le obbligazioni e, a nostro avviso, questo è il momento di cambiare.