La Banca d’Italia, studio sull’impatto degli shock energetici e climatici sul rischio di credito

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La Banca d’Italia ha pubblicato un interessante studio che analizza l’impatto di shock energetici e climatici sul rischio di credito. Il lavoro applica una nuova metodologia per stimare gli effetti di un aumento della spesa energetica sul rischio di credito delle imprese italiane, misurato dalla probabilità di insolvenza a 12 mesi (PD, Probabilità di default).

Nel dettaglio, viene ipotizzata l’introduzione di differenti livelli di carbon tax e, conseguentemente vengono stressati i prezzi energetici, si ristima la domanda di energia delle imprese e si valutano gli effetti sulla PD delle imprese attraverso il ricalcolo del bilancio aziendale.

La flessibilità dell’approccio, che include l’analisi delle emissioni scope 2, consente di valutare in dettaglio il canale di trasmissione degli shock energetici e la contestuale esposizione delle imprese, evidenzia lo studio. I risultati mostrano che l’introduzione di una carbon tax avrebbe effetti mediamente contenuti sul rischio di credito: una carbon tax di EUR 40, EUR 90 e EUR 140 per tonnellata di CO2 aumenterebbe la PD media di 0,6, 2,3 e 4,1 punti base, rispettivamente. L’effetto è lievemente maggiore per il settore dell’agricoltura e dei servizi mentre non si rilevano effetti chiari considerando la dimensione aziendale.