La Germania sta controllando l’inflazione. Però è in stagnazione. Che cosa fare?

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La Germania ha approvato 32 miliardi di euro (25 miliardi di sterline) di agevolazioni fiscali sulle società in quattro anni per rilanciare la sua economia stagnante. I tagli fiscali destinati alle piccole e medie imprese sono stati approvati a fine agosto dal governo di coalizione al potere in Germania. Il cancelliere Olaf Scholz ha dichiarato: “È di grande importanza che in questa situazione iniziamo un’offensiva da parte di questo governo per rilanciare la crescita in questo Paese”. Le misure fiscali sono parte di un piano in 10 punti per incoraggiare gli investimenti e aumentare la produttività mentre la Germania passa a un’economia più verde.

Il pacchetto fiscale ampliato è molto più ampio rispetto ai piani iniziali di distribuire circa 6 miliardi di euro di sgravi fiscali alle imprese ogni anno, ha riferito Bloomberg. La Germania è stata l’unica nazione del G7 a scivolare in recessione all’inizio dell’anno, seguita da un trimestre di crescita nulla da aprile a giugno. La più grande economia europea ha faticato a riprendersi dalla recessione invernale dello scorso anno ed è stata colpita da una flessione globale del settore manifatturiero.

Già  in luglio la seconda stima pubblicata sulla crescita del PIL tedesco nel secondo trimestre ha confermato la stagnazione dell’economia. La seconda stima non mostra l’economia tedesca in uno stato migliore e fa ben poco per chiudere l’attuale dibattito sul fatto che la Germania sia ancora una volta “il malato d’Europa”.

L’economia tedesca ha ristagnato nel secondo trimestre, dopo due trimestri di contrazione. Su base annua, la crescita del PIL è scesa dello 0,6% o dello 0,2% se corretta per i giorni lavorativi. Resta da chiedersi se, tecnicamente parlando, una stagnazione dopo due trimestri di contrazione sia effettivamente la fine di una recessione tecnica o un suo prolungamento.

Ciò che c’è nuovo sono le componenti del PIL. Mentre i consumi privati sono rimasti stagnanti e quelli pubblici sono aumentati marginalmente (+0,1% su base trimestrale), le esportazioni nette hanno frenato la crescita. Il contributo positivo alla crescita delle scorte riflette il continuo accumulo di scorte, che non fa ben sperare per i prossimi trimestri.

La stagnazione rimane il problema di fondo

Sia le prospettive a breve sia quelle a lungo termine per la Germania sembrano tutt’altro che rosee. Gli indicatori del sentiment non fanno ben sperare per l’attività economica nei prossimi mesi. Il debole potere d’acquisto, la riduzione degli ordini industriali, la continua debolezza dell’economia cinese, nonché l’impatto della politica monetaria più aggressiva degli ultimi decenni e il previsto rallentamento dell’economia statunitense, sono tutti fattori a favore di un’attività economica debole. .

Oltre a questi fattori congiunturali, nei prossimi anni peseranno strutturalmente sull’economia tedesca la guerra in corso in Ucraina, i cambiamenti demografici, l’attuale transizione energetica nonché la mancanza di nuovi investimenti nella digitalizzazione, nelle infrastrutture e nell’istruzione. Però, il calo dell’inflazione complessiva e l’effettivo calo dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, insieme all’aumento dei salari, dovrebbero sostenere i consumi privati nella seconda metà dell’anno. Insomma, l’economia tedesca si sta dibattendo tra stagnazione e recessione.