Investire nella transizione giusta

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La transizione energetica, il cui obiettivo è la decarbonizzazione dell’economia, sta generando una vasta gamma di opportunità per le imprese e per gli investitori, ma anche evidenti rischi e dilemmi da affrontare. In qualità di firmatari della Net Zero Asset Managers Initiative[1] e della Just Transition Finance Challenge[2], in Columbia Threadneedle Investments ci impegniamo a integrare queste considerazioni e mutamenti in atto nella nostra analisi degli investimenti per comunicare in modo chiaro le nostre aspettative e i criteri di selezione delle società.

L’espressione “transizione giusta” fa riferimento alla necessità di tenere conto delle implicazioni della transizione energetica per l’uomo, sia in termini di abbandono di infrastrutture ad alta intensità di carbonio, che di passaggio verso nuove fonti e nuovi prodotti e servizi energetici. Non esiste un insieme di norme prestabilito in tal senso, ma l’Impact Taskforce sostenuta dal G7 indica tre elementi fondamentali per definirla: promuovere l’azione a favore del clima e dell’ambiente; migliorare la distribuzione e l’uguaglianza socio-economica; dare più voce alle comunità[3]. In qualità di investitori, portiamo avanti questi argomenti nei nostri colloqui con le aziende nel contesto più ampio dell’engagement sulla gestione della forza lavoro, delle relazioni con clienti e stakeholder e, in generale, della pianificazione aziendale.

L’importanza dell’engagement attivo con le aziende

In qualità di investitori, ricerchiamo elementi più chiari che testimonino strategie e azioni concrete da parte delle imprese coinvolte nella transizione energetica. È inoltre importante che queste aziende si preparino adeguatamente ai cambiamenti significativi anche rispetto ai requisiti del capitale umano. Ciò può avere un impatto tangibile sui risultati finanziari delle società, ad esempio migliorando il loro successo nelle gare d’appalto pubbliche e private ed evitando dispendiose controversie di lavoro.

Nella nostra attività di stewardship stiamo integrando maggiormente questo tema al fine di comprendere meglio la pianificazione aziendale sul fronte delle transizione green e incoraggiarne il progresso. Inoltre, siamo alla ricerca di opportunità d’investimento che, laddove disponibili, promuovano azioni efficaci. Il processo di transizione è parte integrante dell’attività di engagement per la neutralità carbonica che abbiamo intrapreso come membri dell’iniziativa CA 100+ e che portiamo avanti sia in maniera individuale che collettiva. Finora abbiamo concentrato la nostra attività di monitoraggio e dialogo prevalentemente sui settori con elevate emissioni di carbonio e affini, come il petrolio e il gas e le società elettriche, ma stiamo estendendo l’attività di engagement anche ad altri settori, tra cui l’industria mineraria, i materiali edili e il comparto automobilistico.

Alcune delle maggiori sfide per il raggiungimento di una “transizione giusta” riguardano l’impatto sui consumatori. Le nuove tecnologie, come i veicoli elettrici o le pompe di calore domestiche, potrebbero essere infatti più costose delle loro alternative convenzionali, così come le misure adottate dai governi per imporne l’adozione potrebbero avere un impatto ambientale positivo, ma risvolti sociali indesiderati. In tal senso, programmi di sovvenzione come l’Inflation Reduction Act statunitense potrebbero contribuire a colmare questo divario rendendo la transizione green più accessibile a tutti. Inoltre, un engagement costruttivo delle aziende con i governi potrebbe contribuire a garantire l’efficacia di tali politiche. Nelle assemblee generali del 2023, gli azionisti hanno incrementato le proposte richiedenti una maggiore chiarezza sulle strategie aziendali in materia di transizione.

A nostro avviso, una transizione giusta di successo dovrebbe presentare le seguenti componenti chiave:

  • Riconoscimento e focus sulla dimensione sociale all’interno del processo di transizione e relativo impegno verso una gestione efficace degli aspetti a cui l’azienda risulti esposta;
  • Adeguata supervisione da parte del consiglio di amministrazione e dei dirigenti di pianificazione, procedure e performance, definendo e comunicando indicatori chiave di prestazione (KPI) misurabili e circoscritti nel tempo per garantire, ove possibile e opportuno, l’assunzione di responsabilità;
  • Consultazione di stakeholder nello sviluppo della strategia aziendale dedicata, all’interno di un processo solido e trasparente che integri il contributo di tutti i gruppi direttamente coinvolti nella transizione;
  • Identificazione dell’evoluzione delle esigenze in termini di capitale umano e impegno nei confronti dei lavoratori coinvolti nella decarbonizzazione con la loro fidelizzazione, riqualificazione, ricollocamento e/o remunerazione;
  • Adozione di strategie proattive verso i clienti e le comunità e, se necessario, engagement con gli enti governativi, ad esempio in relazione alle infrastrutture per l’elettrificazione dei trasporti;

Analisi e approfondimento di politiche più ampie in materia di diritti umani, al fine di evitare conseguenze negative a livello sociale; ad esempio nella ricerca di standard lavorativi equi e del consenso libero, preventivo e informato delle comunità in relazione all’estrazione di minerali necessari per la transizione.

Secondo la nostra esperienza, la maggior parte delle aziende si trova ancora nelle prime fasi di azione su questo fronte, considerando che la definizione e l’implementazione di piani efficaci richiedono tempo. Tuttavia, si sono registrati alcuni progressi e gran parte delle società esposte riconosce oggi il concetto di transizione giusta nelle proprie informative.

Strategie di investimento

In termini di investimenti, questa “transizione giusta” si traduce nell’individuare le opportunità che scaturiscono da questo processo, prestando particolare attenzione alla dimensione sociale all’interno dell’analisi finanziaria. Inoltre, esistono diverse strategie per impiegare il capitale in modo più esplicito a sostegno di una transizione giusta. In tal senso, le obbligazioni con un obiettivo specifico associato alla transizione sono ancora limitate, ma i principi dei social bond dell’International Capital Market Association (ICMA) includono ora l’espressione “transizione giusta, evidenziando come le emissioni a impatto possono rivolgersi anche alla popolazione vulnerabile colpita dal cambiamento (fuel poverty), coniugando così i benefici sociali e ambientali. Come Columbia Threadneedle siamo lieti di aver preso parte al gruppo di lavoro che ha implementato questo aggiornamento nell’ambito delle strategie social bond.

Un esempio di azienda che ha dimostrato leadership nell’integrazione dei principi di una transizione giusta nella sua pianificazione, con cui abbiamo collaborato, è la società portoghese EDP (Energias de Portugal), attraverso la chiusura della centrale di Sines nel 2021. In questo caso, la società ha attivato un’adeguata pianificazione considerando l’impatto sui dipendenti e offrendo ai lavoratori direttamente colpiti dalla chiusura dello stabilimento un impiego alternativo all’interno dell’azienda o il pensionamento anticipato e supportando le risorse umane dell’indotto a trovare un altro lavoro nella regione tramite un nuovo ufficio di supporto locale. Inoltre, EDP ha offerto programmi di formazione e di leadership ai dipendenti esistenti, con 52.000 ore completate nel 2020 per sostenere la svolta al suo interno.

L’importanza di una “transizione giusta” e della sua dimensione sociale è evidente. Dedicare a quest’ultimo aspetto l’attenzione che merita sarà di beneficio per gli investitori, le aziende e la società nel suo complesso. Alcuni leader di mercato hanno già iniziato ad affrontare con decisione questi problemi che richiedono tempo e sforzi considerevoli. Come Columbia Threadneedle, continueremo a rafforzare il nostro engagement a favore del progresso e a lavorare su una solida valutazione dei rischi e delle opportunità che questi temi comportano nella nostra analisi degli investimenti. Ci aspettiamo, infatti, che la portata di questo fenomeno vada progressivamente ampliandosi. Sarà possibile estendere i principi della transizione giusta a tutti gli aspetti sociali dell’adattamento e della mitigazione dei cambiamenti climatici nell’ambito delle misure volte a garantire la resilienza delle catene di approvviggionamento.

Principali sfide e opportunità

Troppo spesso si pensa che il cambiamento climatico e la neutralità carbonica siano sfide da risolvere con la sola tecnologia o che si tratti di un problema puramente tecnocratico. La verità è che il cambiamento climatico riguarda soprattutto le persone, in quanto sono loro che lo stanno creando, che lo risolveranno e che ne risentiranno. Gli obiettivi sociali e ambientali possono talvolta entrare in conflitto e noi investitori dobbiamo impegnarci per evitare aspettative contraddittorie nei confronti delle aziende, sostenendo gli sforzi intrapresi per superare le difficoltà sotto questo profilo. Solo un approccio collaborativo tra tutti gli stakeholder può condurre a una transizione giusta verso la neutralità carbonica.

È inoltre evidente che la transizione verso fonti di energia a basse emissioni di carbonio potrebbe offrire opportunità straordinarie, sia per gli investitori che per le società direttamente o indirettamente interessate. Realizzare questo potenziale, gettando solide basi per una crescita futura, richiede una gestione efficace delle questioni sociali.