Nuveen: con la pausa FED dove guardare nell’azionario e nell’obbligazionario
Rispetto alla riunione Fed di settembre, i dati economici sono stati ampiamente positivi. L’inflazione ha continuato a moderarsi, con il dato PCE core sceso al +3,7% su base annua, rispetto al +4,2% dell’ultima riunione. Tuttavia, le tendenze di fondo sono state meno favorevoli, in quanto i PCE core sui servizi, escluse le abitazioni, hanno riaccelerato fino a sfiorare un tasso annualizzato del 4%, dal minimo dell’estate che era vicino al 3%. Anche l’inflazione salariale rimane elevata, nonostante un certo allentamento del mercato del lavoro negli ultimi mesi.
Sul fronte della crescita, il PIL statunitense del terzo trimestre è stato estremamente forte, con un tasso di espansione annualizzato del +4,9% trimestre su trimestre. Sebbene circa due punti percentuali di questo dato provengano dalle scorte e dalla pubblica amministrazione, i dati hanno comunque evidenziato una forte crescita dei consumi e degli investimenti.
Anche il mercato del lavoro rimane sano. Il ritmo di creazione di posti di lavoro si aggira intorno ai 250.000 al mese e l’ultimo dato è stato particolarmente forte, con +336.000 unità. Allo stesso tempo, gli indicatori principali si sono attenuati, con il tasso di abbandono del lavoro sceso ai livelli pre-Covid e il tasso di disoccupazione in aumento.
Le prospettive economiche rimangono sane, con una crescita che rallenta ma non crolla. Questo è ciò che vuole la Fed e dovrebbe essere sufficiente a far scendere l’inflazione fino alla fine dell’anno. Continuiamo a prevedere un sostanziale rallentamento della crescita nei prossimi trimestri, con un tasso di inflazione core a fine anno intorno al 3,5%.
Con la Fed che si avvicina alla fine dei rialzi dei tassi e il contesto economico che rimane incerto, è probabile che la volatilità torni a salire. Continuiamo a ritenere che i rendimenti dei Treasury dovrebbero moderarsi e ci aspettiamo che l’inversione della curva rallenti, anche se è probabile che i tassi di riferimento rimangano elevati per qualche tempo.
Nei mercati obbligazionari pubblici, riteniamo interessante un mix di asset imponibili e non imponibili. Sul fronte delle attività imponibili, i titoli cartolarizzati e preferred offrono un reddito non tradizionale, con rendimenti superiori a quelli delle obbligazioni investment grade.
Tra le opportunità offerte dagli asset cartolarizzati guardiamo ai titoli garantiti da ipoteca e i titoli di trasferimento del rischio di credito delle agenzie (che sono a tasso variabile). In termini di investimenti non imponibili, le obbligazioni municipali con rating AAA pagano attualmente rendimenti equivalenti a quelli imponibili che superano i rendimenti del Tesoro su tutte le scadenze. Con il supporto di fondamentali sottostanti solidi, anche i bond municipali ad alto rendimento meritano di essere presi in considerazione.
Il credito privato, invece, offre un interessante profilo di rendimento aggiustato per il rischio e la sua struttura a tasso variabile protegge da un potenziale aumento dei tassi di interesse. I terreni agricoli possono fungere da copertura contro l’inflazione elevata e, dato che i terreni agricoli producono beni di prima necessità, la domanda di beni e servizi prodotti dovrebbe resistere nei periodi di debolezza economica.
Per quanto riguarda l’azionario, siamo ottimisti sui settori dell’informatica e dell’assistenza sanitaria. I titoli del settore tecnologico hanno nettamente sovraperformato il mercato in generale, trainati dai nomi più importanti. L’impennata dei prezzi delle azioni è stata accompagnata da un netto miglioramento dell’ebit. In questo segmento rimaniamo costruttivi su alcune selezionate società di software meno cicliche, in particolare quelle le cui fonti di reddito sono orientate alle imprese piuttosto che verso i consumatori al dettaglio. Queste società tendono ad avere modelli di business resistenti e una domanda anelastica.
A nostro avviso, l’healthcare è un comparto difensivo con il potenziale di sovraperformare se il rallentamento economico si concretizzerà come ci aspettiamo. Il settore ha visto crescere la propria quota di spesa al consumo, in gran parte grazie all’aumento delle spese per l’Affordable Care Act (crescita del 12% nel 2022 e del 35% negli ultimi due anni).