Rating ESG. Chi decide le metodologie? L’uso eccessivo di “web scraping” può fuorviare le valutazioni

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Il rating ESG (o rating di sostenibilità) esprime un giudizio sintetico che certifica la solidità di un emittente, di un titolo o di un fondo dal punto di vista dell’impegno in ambito ambientale, sociale e di governance. Tra le società di rating ESG più utilizzate dagli investitori troviamo MSCI ESG, Morningstar/Sustainalytics, ISS, S&P, Moody’s/VE, Refinitiv ma molte altre si sono aggiunte nell’ultimo anno data l’importanza del fenomeno (la tavola si riferisce al 2022).

Fonte: Outcome of ESMA Call for Evidence on Market Characteristics of ESG Rating and Data Providers in the EU (giugno 2022)

Secondo kairospartners.com i limiti dei rating ESG sono dati dalla complessità e mancanza di trasparenza delle metodologie utilizzate per il calcolo del rating ESG. “Non esiste una standardizzazione delle metodologie delle metriche analizzate e di conseguenza i risultati sono difficilmente confrontabili, in quanto ogni provider considera dati eterogenei, combinati seguendo procedure diverse. Secondo uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT), la correlazione tra i rating ESG di providers diversi è pari a 0.55 (range 0.38-0.71), ergo molto bassa”.

Il parere della testata Economy

Ma se ottenere un buon rating Esg è fondamentale per una questione di finanziabilità, cosa ne pensano gli investitori?
Agenzia che vai, metodo che trovi: così chi investe la valutazione se la fa da sé… così titola Economy

«I rating ambientali, sociali e di governance (Esg) sono uno strumento molto diffuso per identificare le imprese che soddisfano criteri specifici nell’ambito degli investimenti responsabili», spiega a Economy Jeremy Taylor, Portfolio Manager Value Equities di AlHanceBernstein. «L’affidabilità dei punteggi Esg di terzi, tuttavia, è solo apparente: anche se i provider continuano a perfezionare i loro modelli e ad elaborare maggiori quantità di dati, i rating rimangono imperfetti e forniscono solo una soluzione parziale». 

Web scraping

Il timore maggiore è costituito dall’uso eccessivo dello “web scraping ” da parte delle agenzie di rating. Il web scraping è il processo di estrazione di informazioni o dati da pagine web. In termini più tecnici, si tratta di un’attività automatizzata che coinvolge l’uso di software o script per navigare su pagine web, recuperare il loro contenuto e estrarre informazioni specifiche da esse. Queste informazioni possono includere testo, immagini, dati strutturati, tabelle, prezzi, recensioni, e molto altro.

Il web scraping è ampiamente utilizzato in una varietà di contesti, come l’estrazione di dati per l’analisi, la ricerca di informazioni per scopi aziendali o la creazione di basi di dati. Tuttavia, è importante notare che il web scraping può sollevare questioni etiche e legali, in quanto l’accesso automatizzato a siti web può violare i termini di servizio di alcuni siti o potrebbe essere considerato una violazione della privacy.

E’ fondamentale utilizzare il web scraping in modo responsabile e rispettare i principi di etica e riservatezza quando si tratta di dati personali o sensibili, ma nel caso dei rating la superficialità di utilizzo di questa metodologia può portare addirittura a risultati distorti e ingannevoli, vista la facilità di incontrare fakenews al di fuori di ogni controllo.

“Non vi sono al momento standard settoriali o normativi per quanto concerne algoritmi, metriche, fonti di dati o risultati” ribadisce Economy. “Ogni provider ha di fatto una propria scatola nera, che distilla enormi quantità di dati in un unico rating per ciascuna azienda. Il risultato è che i rating Esg possono variare enormemente da un fornitore all’altro: mentre i rating creditizi presentano un’elevata correlazione positiva di 0,9, quella dei rating Esg è inferiore a 0,5,”