save NRG, la B Corp che accompagna imprese e privati nella transizione energetica

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Intervista a Marco Merlo Campioni, CEO di save NRG

 

save NRG Società Benefit è la holding, certificata B Corp, a capo di un gruppo impegnato nella promozione di progetti di green investment volti a favorire i processi di transizione energetica e di decarbonizzazione. L’azienda è associata ASviS e Kyoto Club e, grazie al suo know-how tecnologico, è in grado di offrire, a imprese e cittadini, un ampio portfolio di soluzioni per l’energy saving. L’obiettivo è quello di aiutarli ad implementare un sistema di gestione basato sulla sostenibilità e sulla riduzione delle emissioni di CO2, così come previsto dal Green Deal europeo e dall’Agenda ONU 2030.

Come sostenete imprese e privati nel processo di decarbonizzazione?

Abbiamo creato un sistema di servizi diversificati in grado di supportare i nostri clienti lungo il proprio percorso di riduzione dell’impatto ambientale: dall’efficientamento energetico, per imprese e clienti residenziali, alla riduzione della carbon footprint passando per le best practices di CSR da implementare nelle aziende che scelgono la via del green thinking. Grazie a questo approccio innovativo, pragmatico e olistico, save NRG è in grado di intercettare entrambi i target coinvolti nel processo di transizione energetica necessario per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione. Da un lato, sosteniamo i cittadini nella riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare; dall’altro, supportiamo le imprese che vogliono investire in interventi di efficientamento energetico finalizzati all’implementazione dei principi di sostenibilità ambientale nel loro sistema di business. Interventi che, tra l’altro, rientrano tra i fattori ESG essenziali per attirare l’interesse di finanziatori e stakeholder.

Una scelta, la nostra, nata dalla consapevolezza della necessità di un coinvolgimento collettivo che favorisca la diffusione delle best practice energetiche sul territorio nazionale visti gli ambiziosi obiettivi previsti dal Green Deal europeo. Non a caso, il coinvolgimento diretto dei cittadini sta giocando un ruolo chiave nel processo di decarbonizzazione del continente europeo. Questo perché il loro impegno, da consumatori, in materia ambientale sta guidando le scelte delle imprese verso modelli di business sostenibili. Un’influenza che, nella nostra realtà, è evidenziata dall’aumento di richieste di interventi di efficienza energetica proprio da parte del mondo delle imprese. Allo stesso tempo, l’interesse dei cittadini sulle tematiche ambientali, ci ha permesso di portare avanti un numero considerevole di interventi di riqualificazione energetica degli edifici: solo nel 2022, abbiamo coinvolto oltre 170 unità abitative con una riduzione delle emissioni di CO2 e un risparmio energetico pari, in media, al 50%. 

Un risultato importante se si considera che, in Europa, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra: circa il 75% del patrimonio immobiliare europeo è inefficiente dal punto di vista energetico. Ciò vuol dire che gran parte dell’energia prodotta viene sprecata. Quest’ultimo dato può essere tradotto in un’osservazione chiara e lineare sui benefici ambientali che potremmo trarre riqualificando il patrimonio edilizio europeo: riduzione del 5-6% del consumo totale di energia e, di conseguenza, del 5% delle emissioni di CO2.

Un impatto non trascurabile dal punto di vista ambientale ed economico che motiva la scelta, da parte, dell’Unione europea di inserire, nel pacchetto Fit for 55, l’aggiornamento della direttiva EPBD sull’efficienza energetica degli edifici proprio per allinearla agli obiettivi di decarbonizzazione al 2050. La direttiva, chiamata anche Case Green, prevede scaglioni temporali diversi per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in base alla tipologia di edificio coinvolto. Nel caso di edifici pubblici e non residenziali, entro il 2030 deve essere raggiunta la classe D, mentre gli edifici residenziali hanno tempo fino al 2033. Invece, i nuovi edifici residenziali, a partire dal 2028, dovranno essere NZEB (Nearly Zero Energy Building).

Obiettivi sicuramente stringenti se li trasliamo nel contesto edilizio italiano. Basti pensare che, come segnala il report di Legambiente, sono circa 6 milioni, pari al 60% del parco immobiliare, gli edifici residenziali coinvolti per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 (classe E). Se guardiamo al patrimonio complessivo, volendo intervenire sulle quattro classi energetiche più basse, secondo i dati ENEA, bisognerebbe riqualificare l’84,1% del parco immobiliare.

Oltre che una responsabilità ambientale, si tratta di una necessità economico-sociale che può contribuire a fronteggiare il continuo incremento della soglia di povertà energetica raggiunta nel nostro Paese. Infatti, secondo le rilevazioni, al 2021, dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (Oipe), sono circa 2,2 milioni le famiglie che faticano ad accedere ad un paniere minimo di beni e servizi energetici. Numero che sale a 4 milioni secondo lo studio condotto dalla CGIA di Mestre a fine 2022. Appare, quindi, evidente il legame tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. Gli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Green Deal dell’UE e dalle diverse direttive che fissano i criteri normativi per la loro attuazione, sono frutto di una lucida analisi sull’economia del nostro Continente: non possiamo costruire un mercato florido e competitivo se non consideriamo la necessità di agire per ridurre le emissioni di CO2. Intervenire sul parco edilizio è, quindi, inevitabile”.

 

Quali sono alcuni dei principali interventi che si possono attuare per intervenire sul patrimonio immobiliare?

Tra gli interventi principali, per decarbonizzare il parco immobiliare e avviare una reale transizione energetica, ci sono la riqualificazione degli impianti termici, la sostituzione degli impianti a gas, l’installazione del fotovoltaico e del solare termico, l’installazione di pompe di calore, l’aggiunta di sistemi di accumulo energetico, il relamping a LED, la sostituzione di infissi e serramenti per ridurre le dispersioni termiche, oltre agli interventi sull’involucro opaco (cappotto termico) che si possono muovere sinergicamente agli interventi strutturali per il miglioramento della sicurezza sismica dell’edificio. In più, si può aderire al Servizio Energia Plus che rispecchia, nel miglior modo, i principi dell’efficientamento energetico e dell’economia circolare secondo il modello del product as service. Grazie a questo servizio, si potrà sostituire la centrale termica con una di nuova generazione, senza dover sostenere i costi diretti dell’investimento. In aggiunta al beneficio economico, il contratto per sua natura garantirà delle elevate performance di risparmio energetico con manutenzione e gestione inclusi nel servizio. 

Un vero modello di business “circolare”.