Verso una previdenza complementare europea

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La previdenza complementare italiana si avvia verso l’internazionalizzazione sia pure in maniera pionieristica. E’ stata resa nota da FondAereo, il fondo pensione del personale navigante del trasporto aereo piloti e assistenti di volo, l’intenzione di evolvere ad essere il primo fondo transfrontaliero operante in Italia. La finalità è quella di fornire una copertura integrativa pensionistica anche per gli associati che lavorano nei Paesi europei.

Il progetto, deliberato dal Consiglio di Amministrazione della forma pensionistica complementare, prevede l’avvio di uno studio che preveda due possibili soluzioni da percorrere. La prima è quella di divenire un fondo pensione transfrontaliero che, mantenendo la sede nel nostro Paese, aprirebbe sezioni distinte nell’ area economica europea. In questo modo si potrebbe rispondere alle
richieste di trasferimento di posizioni dall’estero, il mantenimento dell’iscrizione ad associati che si
trasferiscono all’estero e l’iscrizione da parte di lavoratori assunti fuori dall’Italia.

Si prevede poi di razionalizzare anche le linee di investimento passando dagli attuali quattro comparti di investimento a tre. A partire dal 1° dicembre 2023 la configurazione dell’offerta d’investimento, si modificherà. Infatti, nell’interesse degli iscritti, anche al fine di fornire, tramite una crescente consapevolezza, una maggiore rispondenza alle esigenze e alle aspettative degli iscritti medesimi. In particolare è stata deliberata la fusione tra i comparti Prevalentemente Obbligazionario/Protezione e Bilanciato/Equilibrio, che si concluderà con la chiusura del comparto Protezione e il trasferimento degli iscritti al comparto Bilanciato/Equilibrio. Si prevede ancora l’avvio di tre profili d’investimento così definiti, o Profilo 75% Comparto Equilibrio e 25% Comparto Crescita o Profilo 50% Comparto Equilibrio e 50% Comparto Crescita o Profilo 25% Comparto Equilibrio e 75% Comparto Crescita.

Si prevede poi nel prossimo futuro la creazione di un profilo di investimento life cyle che gradatamente raffreddi l’esposizione al rischio all’approssimarsi del pensionamento in maniera tale da consolidare la posiziona accumulata a fini previdenziali. L’altra possibilità di internazionalizzazione è quella di definire un Pepp (acronimo di Pan-european Personal Pension – Prodotto pensionistico individuale pan-europeo) forma pensionistica di terzo pilastro introdotta nell’ordinamento italiano ad agosto 2022.

Il Pepp, dal punto di vista normativo, prevede una offerta limitata di opzioni di investimento, massimo sei, tutte caratterizzate da una tecnica di mitigazione del rischio (garanzie, strategie life cycle, accantonamento di riserve) che garantisca un’adeguata tutela dei risparmiatori. Come detto, il Pepp di base rappresenta l’opzione standard d’investimento e, oltre al tetto, sarà caratterizzato da una garanzia sul capitale o da un’altra tecnica di attenuazione dei rischi coerente con l’obiettivo di recuperare il capitale investito.

Una delle caratteristiche principali del Pepp è rappresentata dalla possibilità, in caso di spostamento della residenza ad un altro Stato membro dell’Unione Europea, di continuare a versare contributi nello stesso Pepp. Tecnicamente ciò è possibile grazie all’apertura di un sottoconto nazionale relativo al nuovo Paese di residenza nell’ambito del conto Pepp dell’aderente. Il sottoconto nazionale deve essere strutturato in modo tale da consentire all’aderente di poter beneficiare dei vantaggi previsti da uno Stato membro per gli aderenti al Pepp. Qualora il Pepp non fosse in grado di offrire al proprio aderente il diritto alla portabilità, questi potrà trasferirsi immediatamente e senza alcun costo ad un altro Pepp. Entro tre anni dall’applicazione del Regolamento, i fornitori di Pepp dovranno offrire sottoconti nazionali per almeno due Stati membri.