COP28. Gli impianti idroelettrici, solari, eolici, ecc. Ma la fissione nucleare?

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COP28 — 
Gli impianti idroelettrici, solari, eolici e altre tecnologie come quelle per la produzione di idrogeno e ammoniaca verde rappresentano importanti soluzioni sostenibili per la produzione di energia e la riduzione delle emissioni di gas serra. Vediamo brevemente ognuna di queste tecnologie:

Impianti Idroelettrici. Gli impianti idroelettrici sfruttano l’energia dell’acqua in movimento per generare elettricità. Possono essere suddivisi in impianti ad acqua fluente e impianti di accumulo. Questi impianti sono considerati una fonte di energia rinnovabile e possono contribuire in modo significativo alla produzione di energia senza emissioni di gas serra durante l’operazione.
Impianti Solari. Gli impianti solari generano elettricità sfruttando l’energia del sole attraverso pannelli fotovoltaici. Questi impianti sono particolarmente adatti per la produzione di energia in aree con abbondante irraggiamento solare. L’energia solare è una fonte rinnovabile e a basso impatto ambientale durante la fase di operazione.
Impianti Eolici. Gli impianti eolici producono elettricità sfruttando l’energia cinetica del vento attraverso aerogeneratori. L’energia eolica è una fonte rinnovabile che può essere impiegata su vasta scala, sia in ambito terrestre che offshore.
Produzione di Idrogeno Verde. L’idrogeno verde viene prodotto mediante elettrolisi dell’acqua utilizzando l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. L’idrogeno così ottenuto è considerato “verde” perché il processo non produce emissioni di carbonio dirette.
Produzione di Ammoniaca Verde. L’ammoniaca verde è prodotta utilizzando idrogeno verde al posto dell’idrogeno ottenuto da fonti convenzionali come il gas naturale. La produzione di ammoniaca verde contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra associate al processo tradizionale di produzione di ammoniaca.

Un sistema energetico più sostenibile

L’adozione di queste tecnologie contribuisce alla transizione verso un sistema energetico più sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, è importante considerare anche gli aspetti legati alla gestione delle risorse, all’efficienza energetica e agli impatti ambientali locali durante la progettazione e l’implementazione di tali impianti.

L’energia nucleare

Su “Il Riformista” Gennaro Migliore, Presidente Emerito dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, commenta oggi quanto sta avvenendo alla COP28: a differenza dello scontro sul gas al centro dei dibattiti della precedente COP27, il nuovo protagonista sta diventando il nucleare. “Sì, perché nella richiesta di triplicazione della produzione di energia rinnovabile è entrato con inaudita potenza il tema della produzione da fissione” afferma.

Del resto già 22 Paesi, Francia e Stati Uniti fra i primi, hanno già firmato un accordo per triplicare la produzione di energia nucleare, rispetto a quella del 2020, entro il 2050. “E a spingere sono proprio Paesi di nuova installazione, come l’UAE, che hanno già prodotto tre reattori e stanno completandone un quarto in tempi rapidissimi (rispetto a quelli cui siamo abituati dalle nostre parti), o come la Francia che, dall’alto del suo 78% di energia prodotta dal nucleare, vuole mantenere il suo apparato energetico e legittimarlo agli occhi del mondo, visto che gli ambientalisti più integralisti non sono disposti a cedere sul fatto che il nucleare possa diventare una fonte assimilabile alle rinnovabili”.

Gli ambientalisti non possono considerare la produzione di scorie e il consumo di risorse minerali nell’ambito delle rinnovabili, ma qui si sta parlando di far diminuire drasticamente la produzione di CO2 in tempi brevissimi e con costi sostenibili dalle comunità. Gli impianti idroelettrici, solari ed eolici, anche per produrre idrogeno e ammoniaca verdi, come accennavamo all’inizio, rimangono la scelta più immediata. Come, in misura minore, lo è la produzione da biofuel, molto spinta dalla presidente Giorgia Meloni. “Eppure non c’è dubbio che il nucleare, in particolare la quarta generazione, che sarà più efficiente, più sicura e con minori scorie, per non parlare della produzione da fusione, una rivoluzione planetaria, possa e debba essere una delle fonti primarie per il futuro. Il tema da affrontare sono i tempi e quella che sempre di più dovrà diventare la cooperazione energetica. Se è vero, infatti, che ci sono enormi disparità tra i Paesi, tanto nella produzione di fossili che in quella di rinnovabili o di nucleare, così come ve ne sono nel consumo asimmetrico dovuto ai diversi stili di vita, è anche vero che la cooperazione, quella vera, energetica dovrebbe diventare il primo obiettivo non solo di una conferenza e dei Paesi che vi partecipano, ma di tutto il movimento globale contro la crisi climatica” conclude Gennaro Migliore.