Il quadro del welfare aziendale in Italia

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Come viene sottolineato nel Sesto Rapporto di Secondo Welfare le pratiche di welfare d’impresa e di
flessibilità organizzativa continuano a essere sempre più diffuse tra le realtà economiche del nostro Paese.

Questa costante diffusione del welfare aziendale ha portato alla nascita di un mercato a esso correlato, dal valore potenziale di 2,8 miliardi di euro, fatto di società provider che mettono a punto piattaforme digitali che facilitano l’intermediazione tra domanda e offerta di servizi e prestazioni. Negli ultimi anni, prosegue il Rapporto, stanno poi nascendo nuove società in particolar modo FinTech,- che hanno introdotto nuovi strumenti per veicolare il welfare aziendale, anche allo scopo di integrare le possibilità offerte dalle “tradizionali” piattaforme marketplace.

Viene ancora sottolineato come il welfare aziendale sta inoltre diventando uno strumento che sempre più
organizzazioni valorizzano in una prospettiva di sostenibilità e investimenti ESG. Ma quanto è diffuso il welfare aziendale? Per quanto riguarda la contrattazione di primo livello bisogna osservare le dinamiche relative ai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL). Se a settembre 2021 il welfare era presente in 10 CCNL attivi sul territorio italiano tra quelli sottoscritti dalle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL a giugno 2023 il numero è salito a 18 CCNL . Attualmente il welfare originato dalla Contrattazione Collettiva interessa il 20% dei dipendenti (2.612.475 su 13.366.176) e circa il 12% delle imprese (177.752 su 1.454.859) Questi CCNL mettono a disposizione di ogni lavoratore – in media – tra i 150 e i 200 euro da spendere secondo la normativa del welfare aziendale.

In materia di contrattazione di secondo livello, invece, secondo le stime delle principali rilevazioni sul tema il welfare aziendale interessa circa un contratto aziendale e/o territoriale su tre. Risulta infine molto complesso quantificare le misure di welfare aziendale diffuse unilateralmente, quindi senza il coinvolgimento delle parti sociali. Secondo le stime di AIWA, l’Associazione Italiana Welfare
Aziendale, sarebbero circa 10.000 le imprese che adottano questa modalità di erogazione dei beni e servizi
di welfare: i lavoratori interessati sarebbero circa 2,2 milioni.