L’Ocse pubblica il rapporto annuale sulle pensioni internazionali

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L’ Ocse ha pubblicato Pension at a Glance, 2023, l’annuale studio internazionale sui sistemi previdenziali. Il punto cruciale posto è il come affrontare l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sugli ordinamenti pensionistici considerando come la quota della popolazione di età pari o superiore a 65 anni era pari al 18% nel 2022 e si prevede che salirà al 27% entro il 2050, in media nell’OCSE. Diviene allora importante non solo adeguare l’età pensionistica alla speranza di vita e ridurre i pensionamenti anticipati ma anche promuovere la previdenza complementare a capitalizzazione e promuovere l’occupazione e l’occupabilità dei lavoratori anziani.

Questo è diventato ancora di più centrale post-COVID poiché la maggior parte dei paesi OCSE si trova ad affrontare carenze di manodopera in molti settori. Quali sono le specificità del nostro Paese? Emerge in primo luogo come i senior con più di 65 anni hanno un reddito medio leggermente più elevato rispetto al resto della popolazione (103 per cento) rispetto a quanto avviene nell’area Ocse in cui in media è pari all’88 per cento. Si palesano però forti disparità di reddito tra gli anziani. L’indice Gini, che misura le disparità di reddito (più è alto e maggiore è la disuguaglianza) è dello 0,323 in Italia contro una media Ocse dello 0,306 .

Si sottolinea ancora come i numerosi canali di pensionamento anticipato riducono l’età effettiva media di pensione che nel 2022 è stata di 62,5 anni rispetto ai 63,8 della media Ocse e l’età normale di pensione è di 65 anni contro i 64,1 Ocse (con il Lussemburgo a 60,5 anni e Islanda e Corea a 68-67 anni). “Altro elemento di riflessione è l’elevato livello della contribuzione obbligatoria che si posiziona al 33 per cento rispetto ad una media Ocse del 18 per cento. In prospettiva per i giovani si ipotizzano poi uscite dal mondo del lavoro sempre più procastinate considerando come chi inizia a lavorare adesso a 22 anni, dovrà aspettare fino a 71 anni (media Ocse 66 anni), per andare in pensione, per effetto dell’adeguamento alle aspettative di vita con un importo della pensione però pari a circa l’83 per cento dell’ultima retribuzione rispetto al 61 per cento mediamente degli altri Paesi Ocse.