PIMCO, commento al rapporto CPI USA

-
- Advertising -

1. Cosa è successo? Il rapporto sull’inflazione CPI di novembre ha mostrato che il CPI core, che esclude le categorie volatili di cibo ed energia, è aumentato come previsto dello 0,28% mese su mese (m/m) (contro lo 0,31% m/m previsto). Anche i dettagli del rapporto sono stati in gran parte conformi alle attese, con una normalizzazione dell’Owners Equivalent Rent (OER), il rimbalzo dei prezzi delle auto usate e i significativi sconti del Prime Day come fattori chiave. Al netto del rumore mensile, la disinflazione sta procedendo nella seconda metà del 2023 a causa di una combinazione di moderazione dell’inflazione degli affitti e di una vera e propria deflazione dei beni.

2. Cosa significa? I servizi core, depurati dell’inflazione shelter, sono aumentati dello 0,44% m/m e si attestano al 5,2% su base annua a 3 mesi. Riteniamo che ciò avvalori la nostra opinione secondo cui il presidente della Federal Reserve Jerome Powell cercherà di limitare qualsiasi ulteriore allentamento delle condizioni finanziarie continuando a sottolineare che potrebbero essere necessari ulteriori rialzi, nonostante il probabile abbassamento della traiettoria mediana dei tassi in occasione della pubblicazione del nuovo Summary of Economic Projections.

- Advertising -

3. Quale sarà il prossimo passo? Non crediamo che il rapporto odierno cambierà davvero le cose per la riunione del Federal Open Market Committee in corso. La moderazione degli affitti e la deflazione dei beni stanno contribuendo a far scendere l’inflazione core nel secondo semestre, come previsto. Tuttavia, le componenti dei servizi core sensibili ai salari, che sono state al centro dell’attenzione della Fed, continuano a muoversi “lateralmente”, riaffermando la nostra opinione che, nonostante i significativi progressi in materia di inflazione, il mercato del lavoro deve ancora raffreddarsi affinché la Fed riesca a riportare l’inflazione al 2%.