Il rally dei mercati può continuare?

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Accennando al fatto che la Fed ha discusso un programma per il taglio dei tagli dei tassi durante la sua ultima riunione, Powell ha alimentato le aspettative del mercato di una rapida riduzione dei tassi di interesse. Prezzando un calo dei tassi a partire dal prossimo marzo, i mercati scommettono che l’inflazione sia definitivamente sconfitta.

Detto questo, un calo graduale delle pressioni salariali e dell’inflazione di fondo rende più probabili i primi tagli a partire da maggio e giugno 2024. Per allora, gli effetti base positivi dovrebbero spingere l’inflazione verso il 2,5% negli Stati Uniti e persino al di sotto del 2% in Europa; ciò rappresenta un’opportunità per le banche centrali di adeguare le proprie strategie.

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L’entità dei tagli dei tassi sarà dettata dai dati sull’inflazione e sull’attività in ciascuna delle principali aree economiche. Tuttavia, un ritorno dei tassi vicino alla neutralità consentirebbe un aggiustamento di quasi 100 punti base negli Stati Uniti e di 75 punti in Europa nel 2024. Questi cambiamenti apriranno una fase di riduzione dei tassi di riferimento nella seconda metà del 2024 che dovrebbe proseguire nel 2025. Inoltre, altri paesi sviluppati ed emergenti dovrebbero alimentare un ciclo di riduzione dei tassi, portando a un allentamento monetario generalizzato.

Tuttavia, la Cina e il Giappone potrebbero ancora rappresentare delle eccezioni. La Cina ha già allentato la politica monetaria e si prevede che continuerà questa tendenza, mentre il Giappone ha mantenuto una politica monetaria accomodante nel 2023 per promuovere un ritorno all’inflazione strutturale, il che implica una graduale – ma limitata – normalizzazione nel 2024.

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Queste nuove strategie avranno tre conseguenze: il vincolo dei tassi d’interesse reali elevati allenterà la presa sul ciclo economico nel 2024; i mercati del debito e del real estate saranno meno vincolati; e i Paesi i cui costi di servizio del debito sono aumentati significativamente dovrebbero beneficiare indirettamente di politiche monetarie accomodanti, mentre la spesa pubblica e il debito rimarranno elevati. Il 2023 si è chiuso con il botto, con le obbligazioni globali che hanno realizzato un rendimento totale di quasi il 10% e le azioni globali che hanno fatto guadagnare agli investitori quasi il 15% nei soli mesi di novembre/dicembre.

Ora, la domanda che gli investitori si pongono è la seguente: I rally hanno ancora forza?  Sebbene i titoli azionari globali si stiano avvicinando a valutazioni storicamente elevate, sotto la superficie vediamo che i titoli azionari di Stati Uniti, Europa, Giappone e mercati emergenti, equamente ponderati, sono tutti scambiati vicino alle medie storiche dopo aver rimbalzato dai minimi quasi ciclici dell’ottobre 2023. Ciò suggerisce che rimangono opportunità per quegli investitori che possono optare per un’allocazione regionale e settoriale sui mercati azionari globali all’inizio del 2024.

È probabile che i titoli azionari continuino a godere di un vento di coda quando le banche centrali si orienteranno verso un taglio definitivo dei tassi verso la metà del 2024. In effetti, il calo dei rendimenti obbligazionari (in previsione di questi tagli) e l’aumento delle valutazioni hanno alimentato il rally azionario fino ad oggi.

Probabilmente prossimamente il focus per quanto riguarda l’azionario sarà sul miglioramento degli utili. Infatti, il rischio di delusione, che era prevalente nel 2023, sembra destinato a diminuire nel 2024. Per gli investitori che cercano un riparo da una ripresa incerta degli utili ciclici, il Giappone (con l’accelerazione dei buyback e dei pagamenti dei dividendi) e l’India/Messico (con i flussi di re-shoring dalla Cina) sembrano destinati a offrire una crescita degli utili non ciclica nel 2024.

Per gli investitori obbligazionari, mentre i rendimenti sovrani dovrebbero rimanere stabili (4-4,5% negli Stati Uniti e 2-2,5% in Germania) e la disinflazione proseguire nei primi mesi del 2024, il grosso dei cali dei rendimenti a lunga scadenza è, a nostro avviso, probabilmente alle spalle. Con i cash yields destinati a scendere su entrambe le sponde dell’Atlantico nel 2024, le esposizioni creditizie con duration moderata dovrebbero offrire agli investitori un carry/reddito migliore con l’evolvere del regime dei tassi nel corso dell’anno.

Nel complesso, nonostante la forte performance alla fine del 2023, gli investitori dovrebbero cercare di rimanere investiti sia sui mercati azionari sia su quelli obbligazionari, prestando maggior attenzione all’esposizione al credito per ottenere rendimenti più interessanti e optando per un’allocazione regionale e settoriale al fine di massimizzare le prospettive di crescita degli utili nell’anno a venire.