L’andamento delle gestioni separate tra il 2017 e il 2022

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L’Ivass ha pubblicato una edizione tematica del Bollettino statistico sull’andamento delle gestioni separate nel periodo 2017-2022. Va ricordato come le gestioni separate rappresentano la modalità di investimento delle polizze vita rivalutabili che si caratterizzano per la presenza o di una garanzia di conservazione del capitale investito o per meccanismi di rendimento minimo garantiti e per questo sono strumenti particolarmente apprezzati dal risparmiatore italiano. Giova ricordare a tal proposito come dalla recente Indagine annuale sul risparmio di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi emerge come al primo posto per chi investe rimane come motivazione principale la sicurezza, al secondo la liquidità dell’investimento. Si allungano poi gli orizzonti (le polizze rivalutabili si collocano sul medio periodo, come se l’arrivo dell’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse venissero percepiti come temporanei e transitori: la percentuale degli investitori disponibile ad aspettare 3 o più anni per ottenere dei risultati cresce fino al 48 per cento del campione nel 2023, dal 45,7 per cento del 2022, mentre chi vuole conseguirli entro 1 anno rappresenta appena il 13 per cento del campione.

Quali sono le principali evidenze dello studio dell’Ivass ? L’analisi sulle Gestioni separate al termine del periodo di osservazione 2022 evidenzia che il numero delle Gestioni in euro si è ridotto a 264 contro le 270 di fine 2021, mentre quelle in valuta estera risultano stabilmente pari a 14. Le Gestioni con Fondo utili sono 9. Le riserve tecniche, pari a 581,2 miliardi di euro, si incrementano dell’1,2% rispetto al 2021. Considerando la composizione delle gestioni separate le quote di portafoglio investite in BTP, titoli di stato emessi in area euro, titoli obbligazionari corporate e strumenti OICR rappresentano il 96% del totale degli
attivi nelle Gestioni separate a fine 2022. Si osserva poi una forte correlazione tra il rendimento all’emissione dei BTP decennali e la composizione degli attivi sino al 2022. Dal 2017, in concomitanza della forte decrescita dei tassi d’interesse, si è innescata una progressiva diminuzione della quota di BTP detenuti nelle Gestioni (-8,2 punti percentuali tra 2017 e 2022). Si osserva una ricomposizione rispetto al 2017 a favore dei titoli di Stato esteri2 (+8,3 p.p.) e degli OICR (+3,5 p.p.). Per quanto riguarda gli investimenti in obbligazioni corporate, si riscontra una significativa correlazione negativa con il rendimento dei BTP, con un incremento particolarmente rilevante della quota nel triennio 2013-2016 (+4,7 p.p.) a fronte di una riduzione del rendimento BTP di -2,8 p.p.; negli ultimi quattro anni la quota delle obbligazioni corporate si è stabilizzata intorno al 24%.

Gli attivi inseriti nelle Gestioni separate in euro ammontano a 589,6 miliardi di euro alla chiusura
dell’esercizio 2022 con un incremento rispetto al 2021 del +1,4%. Come analisi della tendenza, nel 2022 prosegue la crescita delle Gestioni commercializzate in Italia con tasso garantito pari allo 0% (tasso di rendimento minimo), che risultano le più diffuse. Le riserve per le polizze con garanzia del tasso 0% rappresentano il 61,4% del totale, a fronte del 58,3% del 2021. Si riduce l’incidenza della garanzia a consolidamento annuo (cliquet), dal 38,6% al 37,6%, e aumenta la quota delle garanzie del tasso di rendimento a scadenza (best-of), dal 12,2% al 14,5%. Sale il dato relativo alle riserve di contratti che riconoscono una cedola periodica, dall’1,4% al 2,0%.

ll tasso di rendimento medio lordo realizzato rimane pari a 2,5%, come il 2021, inferiore a fronte del 3,1% del 2017. Il tasso di rendimento medio trattenuto dalle imprese è pari all’1,1%, in linea con il 2017.