Le novità dell’OCSE in materia fiscale internazionale. L’Inclusive Framework e il Forum on Harmful Tax Practices
I recenti aggiornamenti dell’OCSE in materia fiscale internazionale evidenziano progressi significativi nell’approccio a due “pillars” per riformare la tassazione globale.
Pilastro uno: si concentra sulla ridistribuzione dei diritti di imposizione fiscale sulle imprese multinazionali (MNE), in particolare le società digitali, per garantire una più equa allocazione degli utili alle giurisdizioni di mercato. L’OCSE continua a perfezionare i dettagli su come gli utili e le tasse saranno allocati in base a questo sistema, sebbene la piena attuazione sia ancora in fase di negoziazione da parte dei Paesi membri.
Pilastro due (imposta minima globale): l’Inclusive Framework ha portato avanti il lavoro sull’aliquota minima globale dell’imposta sulle società del 15%, volta a frenare lo spostamento degli utili verso giurisdizioni a bassa tassazione. A luglio 2024, sono state pubblicate linee guida aggiornate per chiarire le regole nell’ambito del Global Anti-Base Erosion (GloBE). Gli sviluppi chiave includono l’introduzione di un porto sicuro per la Qualified Domestic Minimum Top-up Tax (QDMTT) per le giurisdizioni che soddisfano standard specifici, nonché semplificazioni per gli obblighi di rendicontazione delle multinazionali durante un periodo di transizione fino al 2028.
L’Inclusive Framework mira a stabilire un sistema fiscale internazionale equo ed efficace, che risponda alle sfide della globalizzazione e del commercio digitale. Questa iniziativa dell’OCSE e del G20 riunisce Paesi di tutto il mondo per collaborare sull’implementazione delle misure relative al progetto Base Erosion and Profit Shifting (BEPS): si riferisce a pratiche fiscali che permettono alle imprese multinazionali di spostare gli utili verso giurisdizioni a bassa imposizione, erodendo così la base imponibile dei Paesi in cui effettivamente generano i profitti.
L’Inclusive Framework consente a tutti i Paesi membri, inclusi quelli in via di sviluppo, di partecipare su un piano di parità alla creazione e all’applicazione di standard internazionali volti a contrastare tali pratiche fiscali dannose.
Una parte fondamentale del progetto BEPS dell’OCSE/G20 è affrontare le sfide fiscali derivanti dalla digitalizzazione dell’economia. Nell’ottobre 2021, oltre 135 giurisdizioni hanno aderito a un piano innovativo per aggiornare gli elementi chiave del sistema fiscale internazionale che non è più adatto allo scopo in un’economia globalizzata e digitalizzata. Le regole globali anti-erosione della base imponibile (GloBE) sono una componente fondamentale di questo piano e garantiscono che le grandi imprese multinazionali paghino un livello minimo di imposta sul reddito derivante in ciascuna delle giurisdizioni in cui operano.
Tax Inspectors Without Borders (TIWB) dell’OCSE: il programma continua ad ampliare la sua attenzione sulle verifiche fiscali nei Paesi in via di sviluppo, con particolare attenzione all’economia digitale e alla rendicontazione Paese per Paese. Questa iniziativa mira a rafforzare le autorità fiscali locali e migliorare la conformità con i nuovi standard fiscali globali.
Questi passaggi rappresentano una pietra miliare storica nella riforma fiscale globale, con implicazioni di vasta portata per le strategie fiscali aziendali in tutto il mondo. Il numero totale di regimi esaminati dal FHTP ha ora raggiunto quota 326, con oltre il 40% di tali regimi in fase di abolizione (o in procinto di esserlo).
Il Forum on Harmful Tax Practices
L’FHTP utilizza specifici criteri per stabilire se un regime fiscale è considerato dannoso:
Trasparenza: i Paesi devono condividere informazioni rilevanti con le autorità fiscali di altri Stati.
Attività sostanziali: i benefici fiscali devono essere concessi solo a chi svolge attività economiche reali nel Paese.
Non discriminazione: i regimi fiscali non devono favorire determinati settori o gruppi di imprese in modo non giustificato.
Incentivi fiscali speciali
L’FHTP esamina regimi fiscali che offrono incentivi speciali, come esenzioni o aliquote ridotte, soprattutto in settori come la ricerca e sviluppo o i servizi finanziari, per garantire che non vengano utilizzati a scopi di evasione fiscale e fornisce rapporti periodici e raccomandazioni ai governi sui regimi fiscali che devono essere modificati o eliminati, incoraggiando i Paesi a riformare le loro politiche in conformità con gli standard internazionali.