Fuori Intel dal Dow, dentro Nvidia, la regola è essere innovativi

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L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando Wall Street, e il recente ingresso di Nvidia nell’indice Dow Jones Industrial Average al posto di Intel, tra le cosiddette “Blue Chip”, segna un momento simbolico di questa trasformazione. Non è semplicemente un cambio di nomi tra due aziende tecnologiche: è il segnale di un nuovo capitolo, in cui essere tech non è sufficiente per rappresentare l’intera economia, poiché bisogna essere innovativi.

Per decenni, Intel è stata uno dei pilastri dell’industria dei semiconduttori e ha avuto un ruolo dominante nello sviluppo tecnologico, dalle CPU ai dispositivi che costituiscono l’infrastruttura di gran parte del nostro mondo digitale. Intel ha tuttavia affrontato difficoltà come la concorrenza crescente (con la stessa Nvidia), problemi legati all’adozione di tecnologie avanzate di produzione dei chip e difficoltà nel mantenere il ritmo con la domanda di semiconduttori.

Oggi la domanda richiede soluzioni più complesse e potenza di calcolo avanzata per l’intelligenza artificiale. È qui che entra in gioco Nvidia, che ha fatto della capacità di innovare la sua missione centrale, posizionandosi come leader nell’hardware per l’intelligenza artificiale grazie ai suoi processori grafici (GPU), sempre più utilizzati nei data center per sostenere i calcoli intensivi richiesti dall’IA.

Inoltre, si noti come il Dow Jones sia un indice a ponderazione “price-weighted” e, in quanto tale, non risulta polarizzato: di conseguenza, il peso di Nvidia si attesta su un “modesto” 2%, a differenza del 7/8% dell’S&P 500 e del Nasdaq 100, dove i pesi sono aggiustati in funzione della capitalizzazione di mercato. Questo cambiamento nell’indice Dow Jones rappresenta un chiaro messaggio: non è più sufficiente essere un’azienda tech tradizionale e bisogna essere tempestivi nell’innovare, in un mondo che si evolve in tempi stretti.

Il fatturato di Nvidia si è moltiplicato, grazie ad aziende come Microsoft, Meta, Google, e Amazon, che rappresentano i principali clienti e di fatto detengono il controllo di gran parte dell’economia mondiale. Da un’analisi dei CAPEX, osserviamo come le big tech per mantenere la competitività abbiano incrementato significativamente le spese in conto capitale, pur rinunciando a qualche punto di profit margin.

L’intelligenza Artificiale rientra tra quelli che definiamo Quality Trends che, secondo noi, dovrebbero costituire una buona parte di un portafoglio azionario di lungo periodo. Inoltre, non puntiamo solo su IA, ma anche su Cloud Computing, Cybersecurity, E-Commerce e Medtech.