Mercati emergenti – Sottorappresentati nei portafogli e sottovalutati

Ygal Sebban, Investment Director, Azionario Mercati Emergenti di GAM, -

Perché investire nei mercati emergenti? Riteniamo che vi siano forti driver secolari e ciclici che li rendono interessanti.

I driver secolari sono principalmente legati alla demografia. I mercati emergenti hanno una popolazione in crescita e con una popolazione molto più giovane rispetto ai mercati sviluppati. Ad esempio, entro il 2050, quasi il 28% della popolazione dei Paesi industrializzati avrà più di 65 anni, contro solo il 15% di quella dei mercati emergenti. La popolazione più giovane, l’urbanizzazione, una classe media in crescita e una crescente partecipazione femminile saranno tutti fattori che sosterranno i consumi e quindi la crescita. Nei mercati emergenti, anche i mercati finanziari dovrebbero essere sostenuti da programmi di riforma, tra cui quello pensionistico.

Poiché siamo potenzialmente di fronte a un periodo di crescita lenta alla fine di un ciclo di investimenti, il differenziale di crescita tra economie emergenti e avanzate dovrebbe aumentare. In un mondo a bassa crescita, gli investitori cercheranno opportunità di crescita, che sono particolarmente abbondanti nei mercati emergenti.

Opportunità in Cina

Le opportunità in Cina sono particolarmente interessanti in questo momento grazie alle recenti misure coordinate tra il mercato monetario, fiscale, immobiliare e azionario. A fine settembre, la Cina ha annunciato un nuovo taglio dei tassi, una politica fiscale più incisiva con la potenziale emissione di altri 2.000-10.000 miliardi di renminbi in obbligazioni del governo centrale e misure a sostegno del mercato immobiliare con la riduzione dei tassi ipotecari.

Inoltre, le autorità cinesi hanno avviato un sostanziale sostegno al mercato azionario con uno swap di 800 miliardi di RMB per gli istituti che acquistano azioni e assistono le aziende con i buyback. Non si tratta di un quantitative easing, ma di una misura forte con cui la People’s Bank of China (PBoC) si assume parte del rischio concedendo prestiti a condizioni favorevoli a società e istituzioni. Questo sforzo coordinato rappresenta una spinta significativa sia per l’economia che per il mercato azionario, e ci aspettiamo che seguano altre misure.

Siamo fiduciosi che la Cina raggiungerà il suo obiettivo di crescita del 5% per quest’anno e che farà tutto il necessario per favorire la crescita. In termini di sostegno, alcune analisi suggeriscono che le recenti misure dovrebbero aggiungere 40 punti base alla crescita del PIL.

Una potenziale nuova era

Molti investitori continuano a sottostimare la Cina in modo significativo.

Tuttavia, dopo l’annuncio di settembre, i singoli investitori avevano già iniziato ad acquistare azioni cinesi. Gli investitori retail hanno solo il 6% dei loro asset finanziari investiti in azioni, rispetto al 46% dei depositi bancari. Si tratta di un segnale incoraggiante e crediamo che ci sia ancora di più in arrivo.

Temi chiave

Il nostro tema chiave in Cina è rappresentato dal settore dei consumi discrezionali; si prevede che i consumatori cinesi svolgeranno un ruolo significativo nel panorama macroeconomico. Le valutazioni di questo settore appaiono interessanti.

I consumi delle famiglie rappresentano circa il 38% del PIL in Cina, rispetto a livelli molto più elevati in altri Paesi (quasi il 70% negli Stati Uniti, il 50% in Germania, il 60% in India, et cetera) e ci aspettiamo che il peso dei consumi sul PIL cinese cresca negli anni a venire.

In questo ambito, privilegiamo le società legate al settore dei viaggi, sia per i trend positivi che per le valutazioni interessanti. Ci piacciono anche molte società operanti nel settore dei servizi internet, come le piattaforme e l’e-commerce.

Outlook

I mercati emergenti sono sottorappresentati nei portafogli e sottovalutati (il rapporto P/E a 12 mesi è di 12,6 volte rispetto al 21,2 dell’S&P 500), il che li rende, a nostro avviso, investimenti interessanti. Vediamo forti opportunità secolari, favorite dalla demografia, dalle riforme e dalla salute delle economie.

I temi chiave che attualmente privilegiamo in tutta l’area dei mercati emergenti sono l’offshoring e il nearshoring (in particolare nelle banche e negli immobili industriali) in Vietnam e Thailandia, nonché i leader e i beneficiari dell’IA, sottovalutati, nell’ambito della tecnologia asiatica.

Ci piace particolarmente anche il settore dei consumi asiatici, con molte opportunità in Cina e nel resto dell’Asia. Le azioni cinesi sono attualmente a buon mercato (l’indice MSCI China è attualmente scambiato a 9,5 volte gli utili del prossimo anno). Prevediamo un miglioramento dello slancio degli utili nei prossimi trimestri, quando gli impatti dello stimolo cinese si faranno sentire.

Il rischio principale che vediamo è la volatilità legata a potenziali dazi imposti da un’amministrazione Trump. Sebbene l’aumento dei dazi sarebbe negativo per la crescita, soprattutto in Cina, riteniamo che gran parte di questo rischio sia già prezzato nei titoli azionari. Riteniamo inoltre che l’impatto negativo sugli utili legato all’aumento dei dazi sarà mitigato da ulteriori stimoli da parte del governo cinese. Per questo ci aspettiamo che un calo dei mercati possa rappresentare un punto d’ingresso interessante.