Azionario, migliori dinamiche comportamentali riducono le probabilità di una correzione di mercato

Patrick Moonen -
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Il miglioramento delle dinamiche di mercato, tra cui una maggiore fiducia degli investitori, un posizionamento basso e una dinamica positiva dei prezzi, indicano che le possibilità di un’importante correzione dei titoli azionari di oltre il 10% sono scarse.

La probabilità è ulteriormente ridotta dai solidi fondamentali aziendali, come dimostrato, nel secondo trimestre, da una delle migliori stagioni degli utili USA degli ultimi anni; da buoni dati macroeconomici che indicano un consolidamento a un livello sano; da politiche graduali e prevedibili delle banche centrali; e dall’avvio di un allentamento mirato della politica cinese per contrastare il rallentamento della crescita e l’impatto negativo sugli scambi commerciali.

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Nonostante recentemente si sia registrato un po’ di nervosismo di mercato a causa di vendite importanti in alcune delle “FAANG”, tra cui Facebook e Netflix, questi sviluppi non sono stati abbastanza significativi da far deragliare il mercato, soprattutto perché la divergenza dei prezzi e delle performance suggerisce che gli investitori dovranno fare bene i loro conti per valutare la qualità relativa di ciascuna impresa.

Alcuni osservatori di mercato considerano questi eventi come l’inizio di una più ampia correzione del mercato. Tuttavia, tendiamo a essere in disaccordo con questa view. Nelle ultime settimane, infatti, abbiamo assistito principalmente a un miglioramento delle dinamiche di mercato. Ciò non toglie, naturalmente, che in alcuni segmenti di mercato, come quello delle azioni FAANG, in cui il posizionamento è estremo, potranno verificarsi correzioni sostanziali sulla base di un adeguamento delle aspettative. Per il momento non vediamo ancora alcun contagio in altri segmenti di mercato.

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Tutti questi elementi dimostrano che un’ampia correzione degli asset rischiosi ha una bassa probabilità di verificarsi. Naturalmente, se le controversie commerciali tra gli Stati Uniti e i loro principali partner commerciali si intensificheranno ulteriormente, assisteremo a una riduzione delle aspettative di crescita e a un indebolimento generalizzato degli asset rischiosi. Gli ultimi dati relativi agli ordini in Germania erano deboli e potrebbero essere un segno che la spesa per investimenti sta risentendo di questa situazione. D’altro canto, l’esito dell’incontro tra Juncker e Trump ha dimostrato che il rischio commerciale può andare in entrambe le direzioni. L’inasprimento delle guerre commerciali non è il nostro scenario di base, né il principale motore della nostra strategia di investimento.

Eppure, tutto ciò non toglie che in alcuni segmenti di mercato più “affollati” e guidati dallo slancio si possano occasionalmente assistere a brusche correzioni. Sta a noi stare alla larga da questi segmenti vulnerabili combinando analisi fondamentale e comportamentale e sovrapponendo un approccio quantitativo a intuizioni qualitative.


Patrick Moonen – Principal Strategist Multi Asset – NN Investment Partners