Volatilità, grande prova di tenuta degli emergenti

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Dal punto di vista regionale, i mercati azionari hanno dato prova di un comportamento alquanto differente rispetto ai mercati obbligazionari. È interessante notare che, rispetto al fixed income, le regioni si comportano in modo diverso. Il mercato più performante è stato in realtà la Cina, il mercato più grande, e questo è dipeso dalla capacità che il governo cinese ha avuto di controllare il coronavirus e di riprendere gradualmente l’attività economica nel Paese. Un altro mercato emergente che ha fatto molto bene è stato quello della Corea, che è stata in grado di superare il picco del coronavirus.

Ci aspettiamo una maggiore volatilità, ma sembra che i mercati emergenti continueranno a superare il ribasso almeno con la stessa agilità di alcuni dei mercati sviluppati.

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Per questa asset class è difficile quantificare quanto ulteriormente il mercato potrebbe scendere. È innegabile che ci sarà una maggiore volatilità a causa dei continui casi di coronavirus e dell’incessante debacle petrolifera. Pensiamo, tuttavia, che sarà importante continuare a osservare gli sviluppi dell’epidemia e, cosa ancora più importante, come i governi reagiranno a essa, poiché più a lungo l’attività economica resta bloccata, maggiore sarà l’impatto sugli utili e gli utili sono il fondamento dei mercati azionari.

Il tempismo è tutto. Una cosa che abbiamo appreso dalle crisi passate è che alla fine i mercati si riprenderanno. Ma quando questo accadrà? E fino a che punto dovremo sopportare il sell-off prima di vedere un miglioramento? Queste sono le due domande chiave. Un altro importante elemento è la correlazione molto elevata tra le azioni in perdita. Questa è ovviamente aumentata anche a causa della percentuale di investimenti passivi attualmente sul mercato, che è molto più elevata di quanto non fosse in passato. Ciò significa che è un ottimo momento per lo stock picking, ma bisogna essere molto attenti poiché alcune aziende usciranno da questa fase discendente in forma decisamente migliore rispetto ad altre.

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Da un punto di vista di gestione delle nostre strategie. Innanzitutto, all’inizio del periodo di volatilità, abbiamo esaminato i nostri portafogli e fatto in modo che le società presenti potessero sopportare, anche da una prospettiva di bilancio, la volatilità futura dei loro business, e abbiamo analizzato le posizioni in alcuni settori che potrebbero risentirne, come l’’indotto dell’IT, e altri che avranno ripercussioni su un orizzonte più lungo, come l’ambito dei viaggi. In un secondo momento, abbiamo iniziato a cercare opportunità di investimento.

E francamente potremmo essere ancora all’inizio ma, dato che questo sell-off è stato così profondo e così brusco, stiamo iniziando a intravedere alcune ottime opportunità.